Gli stipendi dei parlamentari sono da anni al centro di una dibattuta questione politica. Quanto devono guadagnare deputati e senatori? È giusto che abbiano pensioni d’oro (vitalizi)?
Cominciamo con la critica più semplicistica: riducendo lo stipendio dei parlamentari si risparmierebbero circa 300 milioni. La critica appare dettata più da invidia sociale che da un’analisi del problema. Infatti, sono 5 euro per italiano, una somma che non cambia la vita di nessuno. L’importante è quindi capire se lo stipendio di un parlamentare vale quello che fa! Analizziamo i due scenari seguenti:
- Avere parlamentari dilettanti che lavorano per stipendi normali, tipici di un qualunque professionista (per esempio un avvocato o un ingegnere);
- Avere parlamentari veramente capaci che prendono stipendi 5 o 10 volte quelli di un normale professionista.
Ovviamente solo un masochista sceglierebbe la prima, visto che dalle decisioni del Parlamento deriva il futuro del Paese. Le forze politiche che sostengono che un parlamentare “guadagna troppo” non considerano che lo Stato è
- una grande e complessa azienda, la cui gestione è ben più difficile di una multinazionale. Non si comprende perché chi la gestisce si debba accontentare di uno stipendio che è magari 100 volte inferiore a quello di un manager di una grande azienda. Ovviamente le forze che sostengono il taglio degli stipendi dei parlamentari non propongono nessuna legge che limiti il reddito di grandi manager (limite sociale di profitto).
- L’obiezione al precedente punto è che “la politica dovrebbe essere una missione”. Premesso che questo è solo un punto di vista, anche fare il medico o l’insegnante dovrebbe essere una missione per cui diamo ai medici e agli insegnanti stipendi sempre più bassi e non è difficile credere che scuola e sanità scivoleranno sempre più giù.
- Attualmente un parlamentare guadagna circa come il sindaco di Roma, poco meno di 10.000 euro al mese: non si capisce perché nessuno parla di abbassare la retribuzione degli amministratori locali e tutti si scagliano contro lo stipendio dei parlamentari.
- Anche ammesso che ci siano tanti capaci politici che, agendo per missione, si accontenterebbero di stipendi “normali”, chi agisce idealisticamente è spesso portato a non transigere sui propri principi (idee sostenute senza se e senza ma), di fatto rendendo impossibile ogni mediazione, ogni compromesso anche con forze vicine alla propria posizione con un’instabilità politica devastante.
- Infine, a margine, una considerazione: fra chi sostiene il taglio dei parlamentari ci sarà sicuramente qualche tifoso di calcio; ebbene, come può accettare che ragazzi in mutande guadagnino milioni di euro e, allo stesso tempo, chieda che chi regge lo Stato abbia uno stipendio normale?
Diversa la questione dei vitalizi. In passato, è stato scandaloso il fatto che personaggi più o meno pubblici si siano fatti eleggere e poi abbiano goduto vitalizi per aver partecipato a una legislatura che non era nemmeno arrivata a conclusione. Giusto quindi trattare il parlamentare come ogni altro lavoratore con il metodo contributivo, ma lo è solo se lo stipendio di partenza è tarato con il giusto valore del suo lavoro.
I parlamentari li eleggiamo noi; se pensiamo che lavorino male, dobbiamo ammettere di aver sbagliato e, dopo una legislatura, li mandiamo a casa dopo aver maturato una pensione che, a causa della brevità del rapporto di lavoro, non sarà certo da nababbi.