Intervenendo a Bergamo alla commemorazione delle 6.000 vittime della provincia, il presidente Mattarella ha sottolineato come si dovranno in futuro evitare gli errori, le mancanze e le carenze con cui si è gestita questa pandemia. Finalmente, perché ora, con il senno di poi, si può ridimensionare il ruolo di virologi ed epidemiologi che hanno da un lato terrorizzato l’Italia e dall’altro spesso in polemica fra di loro, ridicolizzato la stessa scienza con la loro incapacità di giungere a conclusioni condivise.
REGOLA 1
Sì – La necessità di definire zone rosse.
No – Chiudere zone, addirittura regioni, marginalmente coinvolte dal virus, facendo di fatto di tutte le erbe un fascio.
REGOLA 2
Sì – Definire onestamente la corretta dimensione statistica dei soggetti a rischio, dando del Coronavirus una valutazione scientifica con il 90% dei soggetti asintomatici e con una mortalità che con una gestione corretta non va oltre lo 0,2% (Università di Stanford), la maggior parte dei quali sono soggetti non sani e/o con un cattivo stile di vita.
No – Terrorizzare la gente con frasi generiche che, non contenendo chiaramente numeri, sono comunque prive di spessore scientifico (per esempio, “anche i giovani possono essere colpiti”).
REGOLA 3
Sì – Definire delle misure di lockdown a tempo determinato (distanziamento sociale, mascherine), dando cioè il tempo alla popolazione di capire chi è veramente a rischio: RSA, ospedali, malati con patologie comunque gravi (il 98% dei deceduti ha almeno 2 gravi patologie), evitando errori grossolani, per esempio il contagio familiare per il semplice desiderio di vedere il nipotino o di abbracciare il figlio, fatali carenze, come il non curare tempestivamente l’anziano già compromesso, o mancanze irresponsabili, come il ricoverare soggetti positivi in RSA.
No – Definire delle misure di lockdown a tempo indeterminato, quando la riapertura ha evidenziato (spiagge, movide, assembramenti politici, turismo ecc.) che tali misure sono tutto sommato di modesto impatto quando i soggetti a rischio non vengono in contatto con probabili portatori.
Con queste tre semplici regole probabilmente si sarebbero avuti un numero decisamente minore di morti, minori danni sull’economia e una ripresa sicuramente più celere della normale vita dei cittadini.