Per definire il significato politico del termine Occidente, è opportuno capire gli equilibri che attualmente stanno agendo sul mondo.
La guerra in Ucraina (2022) ha riproposto un nuovo ordinamento mondiale con quattro punti di riferimento: Europa (UE), Stati Uniti, Russia e Cina. I primi due con l’aggiunta di Paesi nell’Europa Extra-UE (Gran Bretagna, Norvegia, Islanda, Svizzera), nelle Americhe (Canada), in Oceania (Australia e Nuova Zelanda), in Asia (Giappone, Corea del Sud, Taiwan e Filippine) e in Africa (Sudafrica) costituiscono l’Occidente dal punto di vista politico.

L’impero romano d’Occidente cadde nel 476 d.C. dopo molte invasioni barbariche
Occidente: come essere “occidentali”
Se l’Occidente non vuole finire in pochi decenni come l’Impero Romano del V sec. d.C. prima dell’invasione definitiva di vandali, unni ecc., deve essere in grado di reagire al nuovo ordinamento mondiale. Compito dei politici, ma anche dei cittadini che, con il loro comportamento, possono evitare di indebolire ulteriormente le posizioni europee (esattamente come gli ultimi imperatori romani indebolivano Roma con continue alleanze/sudditanze nei confronti dei popoli “barbari”). Dopo la vicenda della guerra russo-ucraina, in base a ovvi principi di separatismo e di reciprocità (in termini di democrazia):
- non utilizzare direttamente prodotti, né servizi russi, almeno finché la Russia non si sia liberata da pericolosissime derive autoritarie. Boicottate i prodotti di aziende che continuano a fare affari in Russia. Sotto l’elenco (fonte Yale School of management). Se pensate che sia ingenuo boicottarle, alcuni grandi gruppi (come Decathlon) che avevano scelto di restare hanno poi deciso di chiudere tutto e andarsene.
- Non utilizzare direttamente prodotti, né servizi cinesi, almeno finché la Cina continuerà a mettere il bavaglio alla democrazia a Hong Kong, avere pretese su Taiwan e non rivedrà la sua politica di fatto filorussa (si è astenuta dalla condanna dell’invasone dell’Ucraina).
- Non utilizzare direttamente prodotti, né servizi di Paesi islamici, almeno finché questi non avranno modificato la condizione femminile.
Direttamente significa, per esempio, non comprare elettronica cinese o caviale russo (peraltro già ritirato da molti supermercati), non andare in vacanza a Sharm-al-Sheikh (ricordatevi del caso Regeni), acquistare al supermercato melograni dell’Iran o datteri da Paesi arabi, assistere a spettacoli tenuti da sostenitori dei Paesi sopraccitati ecc. Se per esempio dovete acquistare pasta, lasciate perdere De Cecco e anche Barilla; se dovete acquistare un formaggio lasciate perdere quelli targati Lactalis ecc.
L’elenco degli indesiderabili – Sette aziende italiane [Cremonini (carni), De Cecco, Geox, Menarini (farmaci), Calzedonia (Intimissimi, Tezenis, Falconeri), Unicredit, Unicem] se ne fregano dell’Ucraina e continuano imperterrite a fare affari con la Russia; altre, imbarazzate, dicono che hanno ridotto gli investimenti o hanno ridimensionato alcune operazioni (fra le più note Enel, Ferrero, Iveco, Pirelli, Barilla, Campari, De Longhi, Intesa Sanpaolo). Per citare quelle interessanti per i consumatori italiani, fra le aziende tedesche che restano citiamo Metro; fra quelle francesi Auchan, Bonduelle, Lacoste, Lactalis (proprietaria di Galbani, Vallelata, Invernizzi, Cademartori, Locatelli), Leroy Merlin.