L’inquinamento atmosferico in Malesia sta raggiungendo livelli particolarmente preoccupanti in diverse zone della Malesia e il Ministero dell’Ambiente ha lanciato l’allarme; in varie zone gli indici degli inquinanti atmosferici (API, Air Pollution Index) sono molto elevati; a Sri Aman, per esempio, si è registrato recentemente un API di 241, mentre a Kuching di 224, ma nelle scorse settimane si sono registrati picchi ancora più elevati.
- Ricordiamo che la qualità dell’aria in base all’API è la seguente:
- 0-50 – buona
- 51-100 – moderata
- 101-200 – malsana
- 201-300 molto malsana
- 301 e più – pericolosa.
A rendere così pesante la situazione sono stati anche i molti incendi che si sono (dolosamente) verificati nella vicina Indonesia (sembra che la responsabilità sia attribuibile a molti agricoltori senza troppi scrupoli che vogliono ricavare ampi spazi per le proprie piantagioni).
Il governo ha quindi ipotizzato il ricorso alla tecnica del cloud seeding (letteralmente “semina delle nuvole”) una tecnica che tramite la dispersione di alcune sostanze chimiche può favorire le precipitazioni.
Il direttore generale del Dipartimento meteorologico della Malesia però frena: “Al momento, le condizioni atmosferiche nelle aree più colpite non sono adatte per l’operazione. Se procediamo ora, è improbabile che l’operazione abbia successo”… “Inoltre, il costo del cloud seeding è elevato, quindi dobbiamo eseguire l’operazione quando la situazione sarà più favorevole”.
Peraltro, anche attendendo il momento propizio, è molto probabile che la semina delle nuvole abbia un effetto limitato sulla situazione se non verranno messi sotto controllo gli incendi sviluppatisi in Indonesia.
È molto probabile che per un miglioramento effettivo della situazione si debba attendere l’arrivo della stagione dei monsoni (fine settembre, inizio ottobre).