Il lavoro nobilita l’uomo? Forse, ma senza esagerare, almeno secondo uno studio delle università di Cambridge e di Salford, pubblicata su Social Science and Medicine (A shorter working week for everyone: How much paid work is needed for mental health and well-being? Ovvero Una settimana lavorativa più breve per tutti: quanto lavoro retribuito è necessario per la salute mentale e il benessere?), il “dosaggio perfetto” di ore lavorative alla settimana per la nostra salute mentale sarebbe 8; vale a dire un giorno.
Secondo i ricercatori, lavorare più di 8 ore sarebbe un inutile eccesso; lo studio è stato condotto fra il 2009 e il 2018 e ha coinvolto circa 71.000 cittadini britannici di età compresa fra i 16 e i 64 anni; in sostanza, vi si afferma che non si sono rilevate particolari differenze nel miglioramento dello stato di benessere fra quelle persone che sono passate dallo stato di disoccupazione o di lavoro casalingo a un lavoro retribuito di otto ore, o meno, alla settimana e coloro che invece avevano trovato lavori con orari settimanali “canonici” (fino a 48 ore settimanali).
I fattori presi in considerazione per valutare la situazione dei soggetti sottoposti allo studio sono stati età, figli, malattie preesistenti e reddito familiare. Brendan Burchell, un sociologo dell’università di Cambridge, che ha partecipato alla ricerca ha dichiarato: “Abbiamo efficaci guide di dosaggio per tutto, dalla vitamina C alle ore di sonno, al fine di aiutarci a sentirci meglio, ma questa è la prima volta che viene posta la domanda sul lavoro retribuito. Sappiamo che la disoccupazione è spesso dannosa per il benessere delle persone, influenzando negativamente l’identità, lo status, l’uso del tempo e il senso dello scopo collettivo. Ora abbiamo un’idea di quanto sia necessario un lavoro retribuito per ottenere i benefici psicosociali dell’occupazione”.
Daiga Kamerade (università di Salford), una delle autrici principali della ricerca, ha affermato: “Nei prossimi decenni potremmo assistere al fatto che l’intelligenza artificiale, i big data e la robotica rimpiazzeranno la maggior parte del lavoro retribuito attualmente effettuato dagli esseri umani. Se non ce ne sarà abbastanza per tutti coloro che vogliono lavorare a tempo pieno, dovremo ripensare le norme attuali. Ciò dovrebbe includere la ridistribuzione dell’orario di lavoro, in modo che tutti possano ottenere i benefici per la salute mentale di un lavoro, anche se questo significa che lavoreremo tutti per settimane molto più brevi. Le nostre scoperte sono un passo importante nel pensare a quale potrebbe essere la quantità minima di lavoratori retribuiti in futuro, con poco lavoro da fare”.
Rimane però da affrontare e risolvere il nodo delle retribuzioni. Si potrebbe essere in grado di sostenere settimane lavorative di sole 8 ore totali? Meno astratto sembra concentrarsi su una riduzione dell’orario di lavoro meno drastica (6 ore giornaliere piuttosto che 8). A questo proposito si consulti l’articolo Riduzione dell’orario di lavoro.