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Lavorare un solo giorno alla settimana per essere felici?

26 giugno 2019 di Daniele Lucarelli

Lavorare un giorno alla settimana

Il lavoro nobilita l’uomo? Forse, ma senza esagerare, almeno secondo uno studio delle università di Cambridge e di Salford, pubblicata su Social Science and Medicine (A shorter working week for everyone: How much paid work is needed for mental health and well-being? Ovvero Una settimana lavorativa più breve per tutti: quanto lavoro retribuito è necessario per la salute mentale e il benessere?), il “dosaggio perfetto” di ore lavorative alla settimana per la nostra salute mentale sarebbe 8; vale a dire un giorno.

Secondo i ricercatori, lavorare più di 8 ore sarebbe un inutile eccesso; lo studio è stato condotto fra il 2009 e il 2018 e ha coinvolto circa 71.000 cittadini britannici di età compresa fra i 16 e i 64 anni; in sostanza, vi si afferma che non si sono rilevate particolari differenze nel miglioramento dello stato di benessere fra quelle persone che sono passate dallo stato di disoccupazione o di lavoro casalingo a un lavoro retribuito di otto ore, o meno, alla settimana e coloro che invece avevano trovato lavori con orari settimanali “canonici” (fino a 48 ore settimanali).

I fattori presi in considerazione per valutare la situazione dei soggetti sottoposti allo studio sono stati età, figli, malattie preesistenti e reddito familiare. Brendan Burchell, un sociologo dell’università di Cambridge, che ha partecipato alla ricerca ha dichiarato: “Abbiamo efficaci guide di dosaggio per tutto, dalla vitamina C alle ore di sonno, al fine di aiutarci a sentirci meglio, ma questa è la prima volta che viene posta la domanda sul lavoro retribuito. Sappiamo che la disoccupazione è spesso dannosa per il benessere delle persone, influenzando negativamente l’identità, lo status, l’uso del tempo e il senso dello scopo collettivo. Ora abbiamo un’idea di quanto sia necessario un lavoro retribuito per ottenere i benefici psicosociali dell’occupazione”.

Daiga Kamerade (università di Salford), una delle autrici principali della ricerca, ha affermato: “Nei prossimi decenni potremmo assistere al fatto che l’intelligenza artificiale, i big data e la robotica rimpiazzeranno la maggior parte del lavoro retribuito attualmente effettuato dagli esseri umani. Se non ce ne sarà abbastanza per tutti coloro che vogliono lavorare a tempo pieno, dovremo ripensare le norme attuali. Ciò dovrebbe includere la ridistribuzione dell’orario di lavoro, in modo che tutti possano ottenere i benefici per la salute mentale di un lavoro, anche se questo significa che lavoreremo tutti per settimane molto più brevi. Le nostre scoperte sono un passo importante nel pensare a quale potrebbe essere la quantità minima di lavoratori retribuiti in futuro, con poco lavoro da fare”.

Rimane però da affrontare e risolvere il nodo delle retribuzioni. Si potrebbe essere in grado di sostenere settimane lavorative di sole 8 ore totali? Meno astratto sembra concentrarsi su una riduzione dell’orario di lavoro meno drastica (6 ore giornaliere piuttosto che 8). A questo proposito si consulti l’articolo Riduzione dell’orario di lavoro.

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