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La figuraccia dell’Italia

28 febbraio 2020 di Roberto Albanesi

coronavirus italia

Con il Coronavirus è uscita l’Italia peggiore. Tante le forme di assurdità esistenziale: fobici con psicosi alle stelle, irrazionali con spiegazioni assurde, apparenti con la mascherina Fendi a 190 euro, mistici che pregano Dio per aiutarci contro il virus, violenti che insultano e vengono alle mani con improbabili portatori della malattia ecc.

Bacchettata dall’Unione europea per la durata dei processi (giustizia), sempre nelle ultime posizioni per la qualità dei suoi studenti (scuola), svergognata dalla tragedia del ponte Morandi e dai tanti viadotti che crollano o sono pericolanti (trasporti), ora anche bocciata per la sanità.

Un ricercatore prestato alla politica, Ricciardi, cerca di convincerci che in Italia il numero di tamponi ha esagerato il problema, cercando di gettare acqua sul fuoco; purtroppo il discorso non regge, ma ieri Ricciardi si è fatto un altro autogol cercando di sostenere la tesi che per contare i contagiati non valgono i dati delle Regioni, ma solo quelli dell’Istituto Superiore di Sanità. Quindi, per esempio, non 470, ma per ora solo 190 (il numero fornito da Ricciardi). Forse sperando nell’innumerismo degli italiani, Ricciardi non si è accorto che, se fosse vero quello che dice, con 47 fra morti e ricoverati in rianimazione su 190 contagiati, l’Italia sarebbe il peggior Paese al mondo per capacità di curare i suoi cittadini. In altre parole, poiché i morti e i malati gravi non si discutono, più diminuisci il numero dei contagiati e tanto più giudichi l’assistenza sanitaria una schifezza, visto che nella Corea del Sud la percentuale dei casi gravi sarebbe di 8 volte inferiore. Pura e semplice matematica, caro Ricciardi.

Colpa forse di un’eccessiva esposizione mediatica del problema, di decisioni politiche e sanitarie non azzeccatissime, l’Italia sta facendo una figuraccia, anche se probabilmente nessuno sarebbe riuscito a risolvere brillantemente il problema. L’Italia ormai è una squadra che sta lottando per non retrocedere.

Quello che stupisce è che molti politici continuino a dire che “siamo un Paese affidabile”. Non solo molti Paesi ormai non ci vogliono far entrare, ma addirittura regioni di destra o di sinistra (bella questa decisione bipartisan) non vogliono più i lombardi o chi viene dal Nord. Però siamo un Paese affidabile.

Un po’ come se Di Biagio sostenesse, contro ogni evidenza matematica e sportiva, che la Spal è da scudetto.

I politici non si accorgono che non c’è tempo per pensare al 2050, al 2030 o al 2023: o si agisce velocemente o si è spacciati con danni socio-economici gravissimi. Noi eravamo soliti raccontare barzellette sui carabinieri, negli USA si raccontano barzellette sugli avvocati, in tutto il mondo si racconteranno barzellette sugli italiani. Ci manca solo che l’ottimistico Franceschini proponga Codogno come Capitale Europea della Salute 2021.

Alcuni penseranno che sia troppo facile criticare senza soluzioni. La soluzione passa attraverso due parole: meritocrazia e rigore morale. Il significato della prima dovrebbe essere chiaro; si deve però comprendere che rigore morale non coincide con onestà (condizione necessaria, ma non sufficiente) perché deve anche esserci l’abolizione di ogni forma di scusa, di alibi, di buonismo che tende ad assolvere sempre e comunque chi sbaglia, in buona fede o no, con l’ormai patetica, ma devastante giustificazione “eh… che vuoi che sia!”.

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