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Italiani bocciati in scienza e tecnologia

27 gennaio 2020 di Roberto Albanesi

italiani bocciati in scienza e tecnologia

Le celebrazioni di Parma come capitale della cultura (come del resto quelle precedenti) hanno rivelato la scarsissima comprensione del problema da parte dei nostri governanti. Si ricorda ancora oggi la gaffe del ministro Franceschini che, in risposta al CEO di Google che criticava l’Italia perché “non insegna agli italiani l’informatica e non forma persone adatte al nuovo mondo”, ebbe l’ingenuità di rispondere che “insegniamo il Medioevo al mondo, magari un ragazzo italiano sa meno di informatica ma più di storia medievale e nel mondo questo può essere apprezzato”; infatti ancora oggi l’Italia sta tornando nel Medioevo…

Purtroppo, la musica non è cambiata e la cultura continua a essere considerata solo quella umanistica. Fra l’altro, il lato meno concreto di quella umanistica, quella artistica. Infatti, gli studenti italiani, magari estremamente creativi, sono stati bocciati anche in lettura dall’ultimo rapporto Ocse-Pisa (Programme for International Student Assessment) e in Rete si vedono contributi di laureati e diplomati che commettono svarioni terribili.

Considerare come cultura solo la parte umanistica della stessa è come camminare con una gamba sola e si ingenera una mostruosa ignoranza sociale basata sull’innumerismo, l’assoluta incapacità di gestire i numeri.

I risultati si vedono: a) gente truffata dalle banche, incapace di capire quanto costi realmente un finanziamento (la maggior parte delle persone che acquistano l’auto a rate non sa la differenza fra TAN e TAEG e non si accorge che in alcuni casi si è vicini al limite legale dell’usura, che è il 12%), b) persone che si lasciano irretire dai tanti trucchi razionali che la pubblicità usa, c) sostenitori delle tesi più assurde in campo scientifico perché, anziché ai numeri, ragionano in modo creativo e fantasioso. Così la qualità della vita degrada e un italiano su cinque crede nel malocchio, consulta i maghi o i medium…

I nostri governi fanno poco per la cultura scientifica e i giovani ricercatori se ne vanno all’estero, non solo perché meglio considerati nel loro ambiente, ma forse anche stanchi di vedere osannati personaggi che sulle tv nazionali ci raccontano il futuro a suon di astri e oroscopi.

Si noti come USA, Cina (30 anni fa ancora al palo…) e Russia sono fra i Paesi più tecnologicamente avanzati mentre a noi restano Dante e il Medioevo.

L’ex-ministro Fioravanti fotografa una scuola peggiore di quella di venti anni fa. Ha ragione; l’involuzione dell’Italia degli ultimi vent’anni si vede anche a livello familiare. Il grande divulgatore Piero Angela è veramente uomo di cultura (anche se non si è mai laureato) e ha sempre spaziato fra cultura umanistica e cultura scientifica; il figlio, Alberto, non fa che parlare del passato, di cose che sanno di morto, un po’ come il cadavere dell’Italia che resta sempre più indietro.

Un’indagine su un gruppo di soggetti a cui è stata posta la domanda cosa rispondereste a chi boccia i vaccini perché “conosco un caso di un anziano che è morto il giorno dopo aver fatto il vaccino antinfluenzale”? ha rilevato dati sconfortanti perché alcuni si sono pronunciati come la prova che i vaccini fanno male, altri hanno sostenuto, senza prove, che è solo un caso e solo tre intervistati hanno dato una risposta convincente. Del tipo:

se si considera un soggetto anziano, per esempio di 70 anni, si può stimare che in media ha ancora 10 anni di vita. In media vuol dire che ci sarà chi muore il giorno dopo e chi muore dopo 20 anni. Semplificando e supponendo costante la mortalità negli anni dopo i 70, considerati 7.300 soggetti (pari al numero di giorni in 20 anni) ci sarà un soggetto che muore domani e uno che muore fra 20 anni. Se in Italia si vaccinano 730.000 anziani, 100 morirebbero comunque domani, vaccino o no. Con questo semplice ragionamento approssimato, si comprende che la morte il giorno successivo non basta per dimostrare il nesso causale fra vaccino e morte. Del resto, basta sostituire vaccino con una qualunque operazione giornaliera per bocciare quell’operazione solo perché un soggetto che l’ha compiuta è morto il giorno dopo!

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