Caso Sea-Watch 3: comunque la pensiate a tutti dovrebbe essere evidente che la contrapposizione è forte e ognuna delle due parti si sente un eroe e ritiene che l’altra sia un criminale.
Questo punto dovrebbe far riflettere perché in una società dove una parte ritiene un delitto ciò che per l’altra è un diritto si creano fratture insanabili, di fatto le parti diventano incompatibili.
Nel caso in questione anche i media che millantano oggettività prendono posizione per questa o quella parte, descrivendo sì i fatti, ma usando aggettivi che fanno chiaramente capire che posizione sposano. Se chiamo “coraggioso” il capitano (o la capitana, chissà come si deve dire per non urtare la sensibilità dei gruppi femministi) della nave oppure “sbarco illegale” l’operazione di attracco al porto, è chiaro da che parte sto.
Nella fattispecie, a favore del ministro degli Interni:
- la nave batte bandiera olandese e il governo dei Paesi Bassi non si è nemmeno degnato di dare una risposta a quello italiano.
- Appare evidente che l’azione della Sea-Watch sia ormai politica perché il numero di immigrati salvati dalla nave in questi ultimi mesi è ridicolo di fronte a quelli che sono sbarcati o vorrebbero sbarcare.
- Malta ha rifiutato l’attracco, ma comunque la Sea-Watch ha scelto Lampedusa.
- Si parla dell’inferno delle carceri libiche, ma le immagini postate dagli stessi componenti dell’equipaggio mostrano migranti molto ben nutriti, addirittura donne in sovrappeso, madre di bambini di poche settimane. Difficile credere che siano state ospiti delle terribili prigioni libiche. In sostanza si continua a perorare l’accoglienza anche per soli motivi economici, la versione moderna del comunismo che voleva la rivoluzione per dare a tutti pari opportunità. In fondo la migrazione è una rivoluzione.
- La legge italiana è ormai chiara (ammesso che magistrati politicizzati vogliano applicarla) e la stessa Corte di Strasburgo ha ritenuta legittima la sovranità dell’Italia sul proprio territorio. Quindi, principio cardine: chi non è un criminale, si dà da fare per modificare una legge, non la infrange pretendendo di avere ragione.
- Di fatto, l’azione della Sea-Watch è un’ingerenza in un Paese straniero, un po’ come se gli Stati Uniti andassero in Cina o in Iran con un’azione militare destinata a liberare tutti i dissidenti politici.
A favore della Sea-Watch ci sta un unico principio: dare a tutti gli uomini la possibilità di andare dove vogliono per avere una vita migliore.
Praticamente: etica contro diritto. Ovviamente c’è poi chi si arrampica sugli specchi e tenta di dare un presupposto giuridico all’etica di fondo, ma è evidente che, andando oltre la fattispecie, se si lascia entrare Tizio perché non Caio? Se si va in Libia a salvare Tizio perché non andare direttamente in Sudan o in Etiopia a salvare Sempronio. Non è ipocrita dare 10 euro al mese per salvare un bambino del Darfur quando lo si potrebbe portare in Europa a vivere meglio? Non è ipocrita salvare solo quelli che dai tanti Paesi hanno i soldi per arrivare sino in Libia, mentre la stragrande maggioranza degli altri poveracci muore nel proprio Paese? In fondo, è il grande limite del volontariato, l’incapacità di essere coerente fino in fondo con il sospetto che lo si faccia per sé, per la propria autostima piuttosto che per l’altro.
Andando oltre la vicenda Sea-Watch, ormai si vive in una società dove i media creano fratture insanabili nella popolazione e il clima di odio cresce. Ormai la società è una gigantesca assemblea condominiale dove il rancore è la regola.
Questa condizione è esplosa con il successo della Rete che ha permesso a piccoli gruppi di accendere sopra di sé i riflettori. Oggi i social e la Rete illudono i partecipanti a una qualunque manifestazione di essere visti da tutto il mondo. E ciò scalda gli animi e porta ognuno a farsi la propria legge in nome di più alti principi.
Così no-vax contro la scienza ufficiale, animalisti contro cacciatori (che vengono infastiditi da cortei illegali perché per l’art. 842 del Codice civile si può entrare in un fondo altrui solo a scopo di caccia o di pesca, non per fare un corteo di protesta!), vegani contro carnivori, integralisti religiosi contro moderati o non credenti. E i politici non aiutano con contrapposizioni dove i toni esagerati sono solo fumo negli occhi per accaparrarsi voti.
La Rete permette a tutti di dire la loro, di farsi la propria legge. E dove si era soliti farsi la propria legge? Nel Far-West. E la triste realtà è che nel Far-West alla fine ha ragione chi spara più veloce.