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Ti trovi qui: Home / Società / Il Covid mette a dura prova lo spirito critico degli italiani

Il Covid mette a dura prova lo spirito critico degli italiani

19 ottobre 2020 di Roberto Albanesi

Cosa rispondere a questa mail?

Ormai ti seguo da anni e ho letto quasi tutti i tuoi libri… 🙂

Resilienza… questo articolo mi ha particolarmente toccato in quanto in questo periodo la mia resilienza è messa a dura prova.

Io mi sono sempre ritenuto una persona che non si scompone facilmente. Non ho patito gravi drammi nella mia vita e posso ritenermi fortunato sotto tanti aspetti. Ma una capacità che credevo di avere era di essere “superiore” a certe cose, di farmi scorrere addosso tutte le rotture di palle che mi si presentano davanti. Ma le cose sono cambiate dal lockdown.

Sono abituato a ragionare sulle cose, a studiare, a cercare di capire quello che posso. Assistere inerme al susseguirsi di DPCM, di regole assurde, di dati letti senza contesto… mi ha davvero messo in crisi.

Mi sento onestamente impotente e, se normalmente una situazione fastidiosa potevo evitarla o cercare di cambiarla, qua sento di avere le mani legate…

Non posso/possiamo fare nulla. Dobbiamo subire in silenzio decisioni prese in maniera arbitraria, ultima di queste la mascherina all’aperto. Ma la cosa che mi dà più sconforto è che la gente sembra davvero ipnotizzata: sembra vivere in un continuo stato di terrore, gente da sola con la mascherina, in campagna e in auto. Gente che come unico faro ha questo Conte che li/ci tratta come fossimo dei deficienti.

Siamo alla follia… ma ogni tanto mi vengono dubbi di essere io quello folle che non riesce a percepire il pericolo o che lo sottovaluta, anche se ritengo di seguire tutte le regole di buonsenso.

Per la prima volta mi sento davvero in crisi e me ne accorgo in quanto mi arrabbio facilmente e a volte mi scontro con chi non riesce a vedere quello che vedo io o pensa che quello che stiamo vivendo sia del tutto normale e accettabile… e il male minore se confrontato a un possibile nuovo lockdown.

A volte vorrei essere un decerebrato che non ragiona sulle cose e che si accontenta della vittoria della squadra del cuore per essere felice, ma come insegni la libertà è alla base della felicità.

Il Gioco della vita ci dice che circa un 80% della popolazione è “sopravvivente”. Cioè alla gente interessa più sopravvivere che vivere bene.

DPCM – Checché se ne dica, finché siamo in Stato di emergenza siamo sottoposti alla dittatura Conte. Che poi sia giustificata o no dipende dalla parte politica che giudica l’operato del premier. Certo è che oggi è la salute (non di tutti i cittadini come vorrebbero farci credere, visto che la percentuale di asintomatici è enorme), domani potrebbero essere l’ordine pubblico o l’economia.

Regole assurde – L’aspetto più risibile è che non sanno nemmeno scriverle, la maggior parte di esse sarebbero bocciate da uno studente di legge.

Dati letti senza contesto – Questo è un altro aspetto dove c’è ignoranza o dolo. Come si può continuare a parlare degli Stati Uniti, dell’India ecc.? Anche quando si parla di situazione drammatica in altri Paesi europei si citano, guarda caso, sempre i più popolati. “Situazione molto difficile in Gran Bretagna dove ci si registrano 14.000 casi, per fortuna le cose da noi vanno meglio, siamo un’eccellenza, oggi solo 5.000 casi”; peccato che in GB si faccia un numero di tamponi più che doppio. In India situazione di emergenza: 900.000 casi attivi; peccato che il Paese abbia 20 volte la popolazione italiana (oltre a essere sicuramente meno preparato di noi), Italia dove (oggi) i casi attivi sono 65.000, cioè in base alla popolazione più che in India.

Il terrore della gente – Qui entra in gioco l’ignoranza media della popolazione italiana. La gente pensa davvero che il COVID-19 possa colpire tutti in modo eguale. Guarda la Svezia, circa 5.900 morti, nessun lockdown. I morti sono tanti, ma in linea (582 morti per milione di abitanti) con quelli in Italia (597 morti per milione di abitanti). Gli svedesi hanno capito che il COVID-19 per una persona sana e con un buon stile di vita è poco più di un’influenza, al contrario di persone (giovani o anziane non conta) già compromesse, per le quali può essere mortale. E hanno messo davanti alla vita di 6.000 persone (moltissime delle quali sono responsabili del loro stato di salute) la qualità della vita di oltre 10 milioni di svedesi. Disumano? Cinico? E come reagirebbero gli italiani se il prossimo DPCM dicesse che non si può usare l’auto per andare in vacanza o nel tempo libero perché questo causa 1.000 morti l’anno?

Che fare? – La prima risposta che mi viene da dare è distruggere il buonismo e i condizionamenti che ci portano a condannare la scelta svedese. Il neocinismo è la risposta ideale, ma occorre darlo come arma a tutti quei giovani che giudicano negativamente le restrizioni, ma non hanno armi ideologiche da proporre ai vari Conte, Speranza, papa Francesco, Mattarella ecc. Ci vuole un coming out di tutti coloro che hanno la reale percezione del problema.

Peraltro, l’emergenza finirà e allora si faranno i conti.

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