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Cosa ci ha insegnato il Covid?

7 dicembre 2020 di Roberto Albanesi

Viste le terribili conseguenze della pandemia sembra una domanda assurda, ma di ogni problema si deve fare un’opportunità. Purtroppo, la risposta è una di quelle che trascinano altri interrogativi e fanno virare verso il pessimismo. In breve: il Covid ha insegnato che

gran parte della popolazione italiana ha tirato fuori il peggio di sé

e le conseguenze sono state tradotte facilmente in numeri:

  1. fra i Paesi avanzati, l’Italia è quella che ha avuto gli indicatori economici e le stime per i prossimi due anni peggiori. Chi spera nella “ripresa” viene gelato dai continui aggiustamenti che danno forse al 2023 il ritorno ai livelli pre-pandemia.
  2. Nonostante il precedente punto, i dati sanitari sono devastanti con l’Italia fra i primi posti per numero di morti per milione di abitanti. Questo pur tenendo conto di lockdown non certo leggeri.

La situazione potrebbe essere letta come l’incapacità di chi governa di gestire la situazione (probabilmente arriveremo fra gli ultimi a vaccinare gran parte della popolazione per acquisire l’immunità di gregge). Vero, i nostri governanti non hanno certo brillato, ma un grande aiuto glielo hanno dato i cittadini incapaci, non tanto di rispettare le norme anticovid, quanto di gestirle ognuno a modo proprio.

Le personalità critiche del singolo si sono sinergizzate in un quadro del Paese veramente deprimente come civiltà. Non sottolineeremo assembramenti e facili alibi, ma tutta una serie di comportamenti censurabili per persone che vogliono dirsi civili e moderne. Seguiamo lo schema delle personalità critiche del Neocinismo.

Svogliati e dissoluti – Chi ha sempre avuto un cattivo stile di vita per la “fatica” di seguire norme salutistiche ormai consolidate ha preso una bella mazzata e ha potuto difendersi con la bufala (diffusa da media gestiti da persone che non sanno minimamente vivere a livello personale con un buon stile di vita) che il Covid può colpire tutti in modo grave, quando i dati scientifici dimostrano che il 98% riguarda persone con due gravi patologie pregresse dovute nella quasi totalità dei casi a fattori non salutistici vissuti per anni (fumo, alcol, sovrappeso, sedentarietà ecc.) e che gran parte del rimanente 2%, di persone anche over 40, ha nella sua storia clinica comunque molti problemi (grave sovrappeso, abuso di alcol, fumo, scarse difese immunitarie come accade per giovani con mentalità anoressica ecc.). Il Covid ha insegnato che sentirsi bene non vuol dire stare bene, se per sentirsi bene si sfrutta, per ora, solo la gioventù oppure si deve vivere la maturità prendendo diverse pastiglie ogni giorno.

Apparenti – Si è detto che il Covid rischia di far chiudere tante aziende, di portare alla povertà tanti italiani. Cosa non torna in questa riflessione? Il semplice fatto che il Covid è una bomba a tempo che potrà durare un anno. Non parliamo dei più poveri, degli ultimi, ma di tutta quella classe media che non ha nemmeno risorse, risparmi per resistere un anno. Stiamo parlando di quelli che per apparire socialmente più importanti si fanno il macchinone a rate, la grande casa con il mutuo e che hanno bisogno che il loro lavoro vada bene per pagare i loro debiti e riscattare la propria vita. Apparenti, che basano la loro autostima e la loro vita sul quanto riescono a mostrare di sé agli altri, che non sanno cosa sia la semplicità e che il Covid ha punito senza pietà.

Fobici – Ci sono poi i terrorizzati, quelli che ormai (e non è uno scherzo) passano le giornate a lavare ogni cosa che toccano, le buste della spesa del supermercato, tutte le confezioni, a igienizzare ogni angolo della casa perché magari anche una mosca può portare il Covid dopo essersi appoggiata su un asintomatico. Gente che compra qualunque forma di disinfettante senza nemmeno conoscere la differenza fra batteri e virus (il Covid è un virus). Gente che ormai scansa gli altri come fossero appestati perché anche 4 o 5 m di distanza potrebbero non bastare!

Irrazionali – Qui arriviamo al tasto dolente. Gran parte della popolazione non sa ragionare e, invece che imparare a farlo, cerca di far ripartire cervelli ormai ingrippati. Non ci riferiamo ai negazionisti complottisti (che, contrariamente quanto i media vogliano diffondere, sono una parte minoritaria dei negazionisti, vedasi il video Negazionisti del Covid), ma tutti coloro che passano la loro esistenza sui social per raccontare ai loro dieci follower la ricetta per la “soluzione globale e definitiva”. I media ci mettono del loro servendosi di questa irrazionalità per promuovere concetti e improbabili soluzioni. “oltre 1.000 morti negli USA” e l’italiano ignorante pensa subito che gli USA stiano peggio di noi perché a causa dell’innumerismo che lo domina non sa che la popolazione degli Usa è oltre 5 volte quella dell’Italia e i 1.000 americani morti equivalgono a circa “soli” 200 italiani (saprà fare una divisione a mente?). Ma l’irrazionalità italica si evidenzia poi con quella che è una delle manifestazioni peggiori dell’ignoranza (che quando vuole salire in cattedra diventa stupidità). Senza sapere nulla di medicina (se non sapete per esempio cosa si intenda per sensibilità o specificità, se non conoscete la differenza fra virus e batteri), di statistica ecc., state zitti, farete un favore alla vostra immagine). Che fanno gli italiani irrazionali:

  • sposano la tesi di uno scienziato a loro gradito (purtroppo, anche fra gli addetti ai lavori ci sono forti divergenze); fin qui non ci sarebbe nulla di male se non che:
  • la scelta viene fatta non su principi razionali, ma su quella che è la terribile logica di comodo, il modo di ragionare dell’imbecille.

La logica di comodo non è che il tentativo di sostenere una tesi semplicemente perché a noi fa comodo. Un esempio che porto spesso è quello della caccia. Solo il 6% della popolazione è vegetariano, ma circa il 50% (le stime redatte anche qui con logica di comodo vanno dal 35 al 65%) delle persone è contro ogni forma di caccia, dimenticando che il loro fucile sono i soldi con cui al supermercato comprano la bistecca o il branzino. Solo una piccola parte è contro la caccia per ecologismo, nella stragrande maggioranza prevale la logica di comodo: i cacciatori non mi fanno dormire la domenica mattina nella mia villa in campagna che ho costruito con tanti sacrifici, massacrando un pezzo di verde; i cacciatori non mi permettono di andare a passeggiare in campagna senza pericolo (il poveretto non sa che per l’art. 842 del codice civile non potrebbe farlo perché per accedere a un fondo altrui ci vuole il consenso del proprietario a meno che non sia a scopo di pesca o di caccia, quindi cercatori di funghi, passeggiatori, runner ecc. sono fuori legge); i cacciatori uccidono poveri animaletti, non è come il sottoscritto che approva solo lo sterminio delle zanzare che danno fastidio oppure dell’orso fuori controllo minaccia dei turisti o della vipera che mi impedisce la passeggiata in tranquillità ecc.

Cosa ci ha insegnato il Covid

Da inizio pandemia, al Covid sono stati attribuiti quasi 60.000 decessi

Tornando al Covid, esempi di geniale logica di comodo sono tutti quelli che hanno demonizzato, bloccato, penalizzato situazioni che non ci piacciono o non ci toccano:

  • nella prima ondata c’è stato qualche genialoide che sosteneva che si poteva risolvere tutto chiudendo gli over 65 in casa fino a Natale. Fra questi, forse ve lo siete dimenticato, c’era anche Ursula von der Leyen, una che quando si riferisce agli italiani parlando la nostra lingua o il milanese ti fa capire subito che ti sta prendendo per i fondelli. Poi la cosa è caduta quando si è capito che gli anziani venivano comunque contagiati da figli o nipoti che tornavano in quelle case dove vivevano i “rinchiusi”.
  • Poi c’è chi ha criminalizzato i runner (come De Luca o il sindaco di Milano Sala), salvo poi capire che non c’entravano nulla e, anzi, sono fra i pochi che possono ora girare senza mascherina, bastando il distanziamento.
  • Poi si sono criminalizzati i giovani della movida, ma dopo un mese di seconda ondata abbiamo ancora 1.000 morti al giorno (3 dicembre 2020), a riprova che gli assembramenti al lavoro, sui mezzi e nelle vie per lo shopping non sono certo meglio della movida.

Gli esempi sono infiniti a riprova che il Covid con la logica di comodo ha scatenato l’egoismo dell’uno contro l’altro, l’importante è tirare acqua al proprio mulino.

Sopravviventi – Una delle colpe dei governanti è quella di non capire (o di far finta di non capire) che almeno l’80% della popolazione è sopravvivente e che segue la strategia del carcerato: ha bisogno di evadere (si veda il video Assembramenti e fallimento esistenziale) per “sopportare” una vita da mediano (come direbbe Ligabue, per non andare sul Vivo, morto o X, altro celebre  pezzo sempre del nostro): evadere sulle spiagge, nelle seconde case, allo stadio, in discoteca, al ristorante, nello shopping, una (rara) botta di vita a Capodanno ecc. Che speranza c’è di bloccare questo esercito di drogati dell’evasione?

Patosensibili – Tutti quelli che di fronte ai morti che ci passano i Tg mettono la salute al di sopra di tutto e di tutti. In Italia 180.000 persone muoiono all’anno per tumori, ma non fanno notizia perché i media raramente te li sbattono in faccia. Qui ogni giorno un servizio ti racconta che potrebbe toccare anche a te (anche il cancro, a dire il vero!) e vedere quelle corsie di ospedale, quei pazienti intubati amplifica la percezione: vedo il dolore allora lo considero! Sono quelli che si commuovono e donano 10 euro al mese per curare patologie che la scienza medica non si saprà quando potrà curare perché oggi non ha le basi per farlo (un po’ come finanziare una missione che vada su Giove, tecnologicamente irrealizzabile).

Anche le altre personalità con il Covid hanno dato il meglio di sé (basta ricordare il nervosismo della gente che ha amplificato le azioni dei violenti); cosa ci ha quindi insegnato il Covid:

a meno di non avere enormi condizioni facilitanti, se tu non sei una persona equilibrata puoi solo illuderti di vivere bene.

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