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La gente è stufa di stare in casa

27 marzo 2020 di Roberto Albanesi

la gente è stufa di stare a casa

Le misure prese dal governo Conte sono di un’irrazionalità totale: confusione sui decreti, ritardi, contraddizioni legislative, incapacità di coordinamento nazionale ecc. Sembra lecito pensare che la situazione dell’Italia sia dovuta carenze del passato (tagli alla sanità) e alla mediocrità della popolazione (vedi senso civico), ma dopo l’esperienza cinese e il parere dei migliori scienziati (lasciate perdere i vari Burioni, Pregliasco ecc. e concentratevi sull’Istituto Superiore di Sanità, che per bocca del suo presidente, Brusaferro, ha sempre detto cose credibili ed equilibrate) avrebbe potuto agire più rapidamente.

Francamente non penso possa essere arginabile la pandemia, ormai si parla di centinaia di migliaia di contagi spesso asintomatici e le misure di contenimento servono solo per spalmarla nel tempo. Quindi:

è importante restare a casa? Sì, ma per un tempo definito e ragionevole.

L’obiettivo non è fermare la pandemia, ma dare tempo alle strutture sanitarie di adeguarsi e alla scienza di dare risposte concrete.

Ora, per salvare “i più fragili”, si sta restringendo la libertà individuale, facendo collassare l’economia. C’è poi chi i più fragili li vorrebbe addirittura ghettizzati, non facendo più uscire di casa gli over 65, dimenticando che sono circe il 20% della popolazione, che molti lavorano ancora, che altri sono comunque fondamentali per l’aiuto ai più giovani e che sarebbe di fatto un provvedimento inutile, visto che si finirebbe comunque per infettare i più fragili portando loro il cibo da parte di parenti o personale asintomatico.

Fra vite ed economia ovviamente si deve cercare un compromesso. Allora, un sondaggio scomodo. Si sa che io non ho molto popolarità perché sono molto abile a distruggere i sogni della gente (mi sono sempre concentrato sugli obiettivi, spero che chi mi segue conosca la differenza), quindi distruggiamo quello di chi pensa di amare tutto il mondo come sé stesso. Supponiamo che questa situazione duri ancora molto. Poi un giorno arriva l’idea per un flash mob che invita tutti a uscire di casa, meglio prendere il virus e/o infettare altri che vivere da carcerati. Dopo quanti mesi di clausura sareste d’accordo?

Un sondaggio condotto sul gruppo Facebook di amici di albanesi.it (305 membri) ha dato questo risultato (la tempistica è dal 20 marzo, data del sondaggio):

  • Voglio uscire subito 44%
  • Un mese 34%
  • Due mesi 8%
  • Tre mesi 5%
  • Sei mesi 0%
  • Un anno 5%
  • Scelta nessuna opzione 4%
  • Oltre un anno 0%

Premesso che il sondaggio aveva solo valore conoscitivo, c’è da dire che appare irrazionale chi ha scelto un anno. Il motivo è semplice: vista la velocità del contagio, o le misure di restrizione funzionano in 2-3 mesi (ricordiamo che il concetto di chiusura totale non esiste, visto che il 40% delle persone può spostarsi comunque per lavoro e poi ha comunque contatti familiari con chi non si sposta!) oppure non funzionano e allora sono del tutto inutili.

C’è solo da sperare che il governo non si incaponisca in lunghe restrizioni (la data del 31 luglio è possibile, ma non certo auspicabile e ha già fatto tanti danni psicologici) che, di fatto, servono solo a mostrare di aver fatto qualcosa, un po’ come lo studente non dotato, di fronte ai suoi insuccessi, adduce come giustificazione l’aver studiato come un matto.

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