Periodicamente gli scienziati ipotizzano che su Marte sia stata possibile la vita in qualche tempo remoto, come quando, nel 2013, sono stati rilevati picchi di metano dal rover Mars Express. Il rover (che in inglese si può tradurre con girovago o vagabondo) è un veicolo progettato per muoversi sulla superficie impervia di un corpo celeste: il nuovo rover messo in orbita dall’ESA (‘Agenzia Spaziale Europea) si chiama Rosalind Franklin, e prende il nome dalla scienziata londinese Rosalind Elsie Franklin, che si occupò di biochimica e cristallografia nel secolo scorso. Il veicolo per l’esplorazione è, infatti, principalmente di costruzione britannica.
Il rover altro non è che un robot in grado di muoversi sull’impervio suolo di Marte grazie alle sei potenti ruote: la sua missione è quella di cercare segni di vita aliena sul Pianeta Rosso. A questo scopo utilizzerà una strumentazione apposita: un trapano lungo due metri per raccogliere campioni di terreno sotto la superficie e le telecamere per guidare il software di navigazione autonoma, sviluppato dall’Airbus SE (il primo costruttore al mondo di velivoli civili). Il rover è provvisto anche di un laboratorio di analisi chimico-fisica per analizzare in loco i campioni raccolti. La guida autonoma consentirà al rover di vagabondare sulla superficie di Marte molto più velocemente rispetto ai rover guidati dalla Terra (con guida remota).
L’attività del rover britannico, realizzato anche con la collaborazione di tecnici canadesi ed europei, è inserita nella missione ExoMars ed è coordinata dall’ESA, con la collaborazione del l’agenzia spaziale russa Roscosmos e della NASA.
Rosalind Franklin non è ancora partito nel suo viaggio di vagabondo, ma il completamento della sua realizzazione, grazie allo sforzo congiunto a livello internazionale, e gli aspetti innovativi del suo progetto d’ingegneria aerospaziale sono un punto fondamentale dell’intero progetto ExoMars.
Le tappe sono ancora molte: in questi giorni inizia la fase di test nello stabilimento dell’Airbus di Stevenage, a Tolosa, in Francia. Poi farà una tappa al Thales Alenia Space a Cannes, e finalmente sarà lanciato dalla base di Baikonur in Kazakistan nel luglio 2020, per rispondere all’antica domanda: c’è mai stata vita aliena su Marte?
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