Gli scienziati della Dresden Technical University e di altri gruppi di ricerca, grazie a un progetto (3D Printing of Living Tissue for Space Exploration) dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, sono riusciti a realizzare pelle e ossa in 3D; in sostanza, veri e propri pezzi di ricambio per gli astronauti che nel giro di pochi anni si troveranno ad affrontare le missioni spaziali verso Marte.
Si tratta, in sostanza, di tessuti umani ottenuti con “inchiostri viventi” e che gli stessi astronauti saranno in caso di preparare nel caso di emergenze (con le proprie cellule così da evitare il rischio di rigetto). Secondo gli esperti, questo è un passo di notevole importanza verso la rigenerazione di interi organi in 3D che potranno essere utilizzati per eventuali trapianti nello spazio.
Spiega Tommaso Ghidini, responsabile della divisione Strutture, Meccanismi e Materiali dell’ESA: “Il viaggio verso Marte o altre destinazioni interplanetarie richiederà di passare molti anni nello spazio. L’equipaggio potrà correre molti rischi e tornare indietro non sarà un’opzione praticabile. Portare a bordo le attrezzature sanitarie per ogni eventualità sarà impossibile, visto lo spazio limitato e il peso del veicolo spaziale. Poter stampare tessuti biologici in 3D permetterà di affrontare le emergenze, come ustioni e fratture”.
A quando l’approdo su Marte?
Recentemente, J. Bridenstine, AD della NASA, ha dichiarato che dopo il ritorno sulla Luna, previsto per il 2024 (progetto Artemis, al quale dovrebbe partecipare anche l’Italia), l’uomo potrebbe fare il primo passo sul “pianeta rosso” nel 2033. Il ritorno sulla Luna è considerata dalla NASA una tappa intermedia necessaria per la missione “sbarco su Marte”; spiega Bridenstine: “Anticipando l’atterraggio sulla Luna potremo atterrare prima anche su Marte”, ha spiegato Bridenstine. Il ritorno sulla Luna era in effetti previsto per il 2028, ma l’appello di Mike Pence, il vicepresidente degli USA, ha convinto i vertici della NASA ad anticipare la missione.