Un nuovo esopianeta (pianeta extrasolare, ovvero non appartenente al sistema solare) è stato individuato grazie a una ricerca del team di astronomia e astrofisica dell’università di Warwick, guidata dal dott. Richard West. I risultati dell’indagine sono stati pubblicati sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.
Il nuovo pianeta, denominato NGTS-4b (da NGTS, Next Generation Transit Survey, la struttura che lo ha identificato e che si trova in Cile) e soprannominato The Forbidden Planet (il pianeta proibito) è un pianeta 3 volte più grande della Terra e circa il 20% in meno di Nettuno; la durata della sua orbita intorno alla sua stella è di soli 1,3 giorni; la temperatura si aggira sui 1.000 gradi Celsius.
La tecnica che ha permesso di individuarlo è nota come “metodo del transito”. Il corpo celeste stato individuato nella zona denominata “deserto nettuniano”, una regione prossima alle stelle ove si riteneva non fosse possibile trovare pianeti con dimensioni simili a quelle di Nettuno.
Il deserto nettuniano riceve una notevole irradiazione dalla sua stella, ciò comporta che i pianeti non siano in grado di mantenere la loro atmosfera gassosa che, evaporando, lascia il solo nucleo di roccia; purtuttavia il “pianeta proibito” possiede ancora atmosfera.
West ha dichiarato: “Questo pianeta si trova proprio nella zona in cui pensavamo che delle dimensioni Nettuno non potessero stare. È davvero straordinario essere riusciti a trovare un pianeta in transito davanti ad una stella con oscillazioni luminose di meno dello 0,2%, una cosa che non era mai successa con telescopi posti sulla superficie della Terra ed è stato fantastico averlo trovato dopo aver lavorato a questo progetto per un anno”.
Le possibili spiegazioni al fatto che il pianeta si trova in una zona nella quale, teoricamente, non dovrebbe stare, sono attualmente due: o la sua presenza nel deserto nettuniano è “recente” (astronomicamente parlando si intende “nell’ultimo milione di anni”) oppure esso era decisamente più grande di adesso e la parte gassosa sta ancora lentamente evaporando.
Secondo West, questa scoperta apre nuove strade all’identificazione di questa tipologia di pianeti nel deserto nettuniano, tant’è che ha dichiarato che “forse il deserto è più verde di quanto si pensasse un tempo”.