Complice il caldo estivo, si sta registrando un aumento delle malattie trasmesse dalle zecche agli esseri umani, anche in aree geografiche del nostro Paese scarsamente o per nulla interessati dal fenomeno in passato. Di pochi giorni fa è infatti l’allarme lanciato nel Nord-est, in particolare in alcune zone del Veneto, Friuli Venezia Giulia, a Trento, Bolzano e Belluno: l’allarme è per i casi di encefalite trasmessa dalle zecche (malattia identificata anche con l’acronimo TBE), una malattia molto grave di tipo neurologico, ben conosciuta nelle vicine zone dell’Europa, come Austria, Slovenia e Repubblica ceca, ove è consigliata la vaccinazione. Sembra che l’aumento dei casi sia favorito anche dai cambiamenti climatici e dall’aumento delle temperature medie stagionali, soprattutto quelle primaverili, in quanto le larve di zecche diventano attive attorno ai dieci gradi centigradi.
Le zecche non sono solo pericolose per i cani, ma sono in grado di trasmettere malattie anche agli esseri umani. Con l’estate, aumenta la probabilità di entrare in contatto con questi tipi di acari (dal nome scientifico Ixodida), svolgendo attività all’aperto, come correre, passeggiare o fare giardinaggio. Le zecche proliferano principalmente nelle zone incolte, nei boschi o anche nei prati. Sono inoltre traportate dai mammiferi che attaccano, cioè animali domestici, bestiame, pecore e ratti selvatici (come le arvicole).
L’infezione trasmessa dalle zecche è causata da un virus presente nel corpo dell’acaro. Non sempre una puntura della zecca provoca l’encefalite: l’infezione può essere di bassa gravità, con una leggera febbre o addirittura senza sintomi evidenti e risolversi in pochi giorni senza conseguenze. Nei casi più gravi però può portare all’encefalite, ove il virus attacca il sistema nervoso centrale e può avere conseguenze anche letali.
L’encefalite non è l’unica infezione trasmissibile all’uomo dalle zecche: si ricorda anche due infezioni di origine batterica, la malattia di Lyme (o borreliosi, causata dal batterio Borrelia) e la rickettsiosi (causata da un ampio spettro di batteri Gram-negativi).
Nel caso si verificasse di essere stati punti da una zecca, è bene riferire al medico qualunque segno o sintomo si presentasse nei successivi trenta giorni. Esiste come detto una vaccinazione, consigliata per chi vive nelle zone rurali e conduce molte attività all’aperto che rientrino nelle aree in cui l’encefalite da zecca è endemica, come le regioni temperate dell’Europa e dell’Asia, in particolare in alcune zone dell’est della Francia, l’Albania e il nord del Giappone. Il consiglio di vaccinarsi è anche quindi per i turisti che volessero recarsi in quelle aree prevedendo escursioni all’aria aperta, rafting e attività simili. Il programma vaccinale completo prevede la somministrazione di tre dosi nell’anno, preferibilmente nei mesi invernali. Il vaccino non è però consigliato alle donne in gravidanza e in presenza di controindicazioni alle vaccinazioni (per esempio, una patologia autoimmune).