Molti pensano che la battaglia contro il cancro sia a buon punto dall’essere definitivamente vita. In realtà non è così e questa erronea convinzione fa spostare fondi per la ricerca verso studi su patologie rare e praticamente incurabili, perché la medicina non dispone di sufficienti competenze per rovesciare situazioni francamente irreversibili.
Infatti, da un punto di vista scientifico, la probabilità di guarire (corretto sottolineare il termine “guarire”) un malato di tumore al pancreas o di glioblastoma è oggi almeno 1.000 volte superiore a quella di guarire (cioè far tornare un livello decente di qualità della vita) un bambino che soffre di alcune gravissime malattie genetiche.
Esistono ancora oggi tumori “inguaribili”, ma che, con un adeguato sforzo, fra 10, 20 o 30 anni potrebbero essere debellati. Uno di questi è il tumore al pancreas. In Italia oltre 10.000 persone ne sono colpite ogni anno e altrettante sono le vittime di questo cancro per il quale è sempre stato definito una “prognosi pessima” (ricordiamo fra le vittime anche Steve Jobs e Pavarotti). Viene spesso rilevato in ritardo, in una fase avanzata, con metastasi. In questo caso, la sopravvivenza media non supera i 12 mesi.
Un’altra caratteristica del cancro del pancreas: ci sono sempre più casi di anno in anno, probabilmente perché la diagnosi è migliorata. Ma i fattori ambientali e genetici non devono essere esclusi.
Le donne sono colpite tanto quanto gli uomini. L’età media della diagnosi è di circa 65 anni.
I progressi sono molto lenti e a oggi le cure sono più palliativi con cui si riempiono le riviste mediche di ricerche (del tipo, aumentare la sopravvivenza di qualche settimana o di qualche mese), ma che spesso sono in controtendenza con la qualità degli ultimi giorni di vita del paziente. Con chirurgia (quando possibile), radioterapia e chemioterapia si è ottenuto un prolungamento medio di qualche mese di vita. L’immunoterapia, d’altra parte, non funziona in questo tipo di tumore e infatti, a ogni congresso, i fallimenti terapeutici rimangono più frequenti dei successi.
Al World Cancer Congress di Chicago è stato presentato un interessante studio sul tumore al pancreas. Questo studio mostra che questo cancro può presentare, in alcuni casi (dal 4 al 7% dei casi), un’alterazione genetica sulla quale può agire un trattamento già utilizzato per il seno e le ovaie. Il beneficio di questo trattamento è reale, ma riguarda ancora troppi pochi pazienti.