In un recente studio pubblicato su The British Journal of Psychiatry da ricercatori della Swansea University (Gran Bretagna) sono stati forniti dati interessanti riguardanti il controllo e la cura dei disordini del comportamento alimentare. Si tratta di patologie in cui s’instaura un rapporto alterato tra il cibo e la mente del paziente condizionata da forti disagi emotivi e psicologici. Secondo il Ministero della Salute, oltre tre milioni di persone in Italia soffrono di disturbi del comportamento alimentare, le cui conseguenze sono anche molto gravi: si tratta infatti della seconda causa di morte tra i giovani italiani. Anoressia e bulimia sono le malattie più conosciute tra questi disordini di natura psichiatrica.
Lo studio pubblicato dei ricercatori britannici ha messo in luce che esistono dei segni premonitori ovvero dei comportamenti che si manifestano nel paziente prima dell’insorgenza della malattia e che possono servire quindi per una diagnosi precoce, la cui importanza è riconosciuta come fondamentale dai medici specialisti.
I ricercatori hanno analizzato le schede mediche di quasi 16.000 pazienti cui era stato diagnosticato un disordine alimentare tra il 1990 al 2017 di cui 4.870 con anoressia e 4.836 con bulimia, e le hanno confrontate con un campione di riferimento della stessa età (tra i 10 e i 65 anni) e sesso.
I risultati dello studio evidenziano che almeno due anni prima della diagnosi i pazienti presentavano una maggiore incidenza di alcune condizioni che sono stati quindi considerati come segni premonitori del disordine alimentare, ovvero
- dipendenza da alcol
- depressione
- utilizzo di psicofarmaci come gli antipsicotici
- utilizzo di farmaci per disordini gastrointestinali (in particolare lassativi)
- utilizzo d’integratori dietetici.
Gli stessi ricercatori emettono alcuni limiti della ricerca: in primo luogo sono stati considerate solo persone che hanno avuto una diagnosi di disordine alimentare, con l’analisi delle schede mediche ospedaliere. Sfortunatamente, questo tipo di patologie vengono spesso ignorate o e non diagnosticate pertanto la popolazione affetta da disordini alimentari è molto più ampia rispetto a quella considerata. Inoltre, non è detto che i segni premonitori diano necessariamente origine al manifestarsi della malattia.
Tuttavia, gli studiosi britannici sottolineano la necessità di controllare i pazienti che presentano tali caratteristiche per innalzare l’attenzione sulla necessità di una diagnosi precoce dei disturbi del comportamento alimentare, che risulta l’arma più potente per la cura di queste patologie.