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Salute – La lotta contro la leucemia: a che punto è la ricerca sul trapianto delle cellule staminali

14 ottobre 2020 di Redazione

È da sempre una malattia difficile, complessa, con un decorso lungo e faticoso: la leucemia è uno dei mali del mondo occidentale, causa di quasi 300 mila decessi ogni anno e con uno dei tassi di mortalità più alti ancora oggi, nonostante i progressi della medicina. Parte di questo nefasto scenario è da imputare alla difficoltà con cui si riconosce, specialmente nei pazienti più giovani: i sintomi della leucemia possono infatti essere molto generici.

Tuttavia, i pazienti affetti da tale malattia sono stati tra i primi a ricorrere al trapianto di cellule staminali: una cura che è oggi somministrata a migliaia di persone in tutto il mondo ogni anno. Ma la ricerca sulle cellule staminali è ben lungi dall’essere giunta a un punto di arrivo: sono ancora molte le criticità, i nodi da sciogliere e le terapie da perfezionare. Tante sono anche le questioni irrisolte legate non solo alla leucemia, ma anche a moltissime altre malattie del sangue e del sistema circolatorio. Facciamo il punto sulla situazione: quali sono gli ultimi indirizzi di ricerca e perché la leucemia è ancora una malattia con un alto tasso di mortalità?

La leucemia: cos’è e come si presenta

Con “leucemia” si indicano generalmente diverse forme di cancro del sangue, a volte anche molto differenti le une dalle altre per decorso, cause e terapie. Di solito, ciò che accomuna le leucemie è una produzione anomala di un particolare tipo di cellule del sangue, i leucociti, generalmente conosciuti come globuli bianchi. L’anomalia risiede nel fatto che i leucociti interessati da leucemia non funzionano a dovere, e sono interessati sia da una crescita a dismisura della propria concentrazione nel sangue, sia da uno sviluppo parziale e non completo.

I leucociti di una persona malata di leucemia, infatti, non riescono a svilupparsi normalmente, e restano a uno stadio intermedio (blasti). Di conseguenza, essi non sono in grado di svolgere le normali funzioni cui sono deputati, tra cui la protezione dell’organismo dall’azione di agenti patogeni esterni come virus, batteri e funghi. Inoltre, nella maggior parte delle leucemie acute, i blasti si accumulano nel midollo osseo e nel sangue, bloccando la produzione di globuli bianchi sani.

I sintomi della leucemia

Come accennato, non è semplice riconoscere i sintomi della leucemia: essi sono variabili e generici. Tra i più comuni si annoverano una stanchezza cronica, persistente, accompagnata da debolezza diffusa, febbre e brividi; a questi si aggiungono frequenti episodi di infezione e conseguente ingrossamento dei linfonodi, episodi di sanguinamento copioso e dolori generici e diffusi. A volte può verificarsi anche una certa perdita di peso o una sudorazione eccessiva, specialmente di notte.

La terapia a base di cellule staminali

La ricerca nel settore delle cellule staminali ha fatto notevoli passi avanti negli ultimi anni e, grazie a essa, migliaia di pazienti affetti da leucemia hanno trattato con successo la propria malattia, ottenendo miglioramenti significativi. Nonostante i risultati incoraggianti, però, la cura con le cellule staminali rappresenta ancora oggi un procedimento rischioso e con seri effetti collaterali, ai quali medici e scienziati stanno cercando valide e durature soluzioni. Tra le tante ricerche in questo ambito, alcune delle più promettenti si muovono in direzione del trapianto che si basa sullo studio delle cellule HSC, ovvero delle cellule staminali conosciute con il nome di staminali ematopoietiche che vengono studiate in relazione ai mutamenti genetici che sono, con maggior probabilità, causa dello sviluppo delle più diffuse forme di leucemia.

Nuove frontiere sul trapianto di cellule staminali

I ricercatori sono attualmente impegnati nello studio di soluzioni a molti dei più importanti problemi connessi all’uso delle cellule staminali nella lotta alla leucemia. In particolare, i nuovi approcci si soffermano sulla ricerca di terapie e metodologie di cura che possano stimolare la risposta immunitaria del paziente subito dopo il trapianto, in modo da ripristinare la produzione di cellule “sane” del sangue nel minor tempo possibile. Attualmente, infatti, uno dei rischi più importanti legati al trapianto di cellule staminali rimane la terapia chemioterapica, che rende il paziente altamente vulnerabile a infezioni e malattie finché le cellule trapiantate non sono mature. Tra i nuovi approcci sotto esame da parte dei ricercatori ci sono nuove terapie che utilizzano cellule specifiche del sistema immunitario. Nel frattempo è importante continuare a sostenere la ricerca e l’assistenza ai pazienti malati di leucemia: un gesto importante può essere costituito dal sostegno di associazioni ONLUS o ONP come l’AIL.

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