Il prurito è un sintomo molto comune nei pazienti che soffrono di malattie cutanee. Un nuovo studio trasversale multicentrico condotto da ricercatori svedesi (Skåne University Hospital, università di Lund, Malmö, Svezia) e pubblicato sul Journal of Investigative Dermatology, mostra che la presenza di prurito cronico nei pazienti dermatologici era significativamente associata a depressione clinica, idea suicidarie e stress. I ricercatori raccomandano di fornire ai pazienti l’accesso a un team multidisciplinare per prevenire e gestire i problemi associati al prurito.
L’importanza del prurito è già stata descritta sia in relazione a una serie di malattie specifiche della pelle, inclusi eczema della mano; psoriasi; prurigo nodulare (una malattia della pelle che causa la formazione di grumi duri e pruriginosi sulla pelle); idrosadenite suppurativa (una condizione della pelle dolorosa a lungo termine che provoca ascessi e cicatrici sulla pelle) sia nel caso di pazienti in emodialisi sia nei pazienti con prurito cronico in generale.
“Esistono già studi che mostrano prove di una correlazione tra prurito cronico e problemi di salute mentale in generale e in specifici disturbi della pelle, ma manca uno studio trasversale sulle malattie della pelle croniche”, ha spiegato la dottoressa Florence J. Dalgard, dell’università di Lund.
La ricerca ha confrontato l’onere psicologico della malattia e la qualità della vita correlata alla salute tra i pazienti dermatologici con prurito e quelli senza prurito, nonché tra pazienti sani.
Gli investigatori hanno raccolto dati, provenienti da cliniche dermatologiche di 13 Paesi europei, relativi a 3.530 pazienti con malattie della pelle e confrontato i risultati con quelli di oltre 1.000 pazienti sani. I pazienti hanno completato i questionari e sono stati anche esaminati clinicamente. Le rilevazioni hanno preso in considerazione vari fattori fra cui presenza, cronicità e intensità del prurito; grado di ansia e depressione; dati sociodemografici; ideazione suicidaria e stress, eventi di vita negativi e difficoltà economiche.
La prevalenza del prurito in condizioni dermatologiche era quasi del 90% nel prurigo e in condizioni correlate; 86% nella dermatite atopica; 82% nell’eczema della mano; 78% in altre forme di eczema; 76% nell’orticaria e il 70% nella psoriasi.
La prevalenza della depressione rilevata è stata del 14% nei pazienti con prurito rispetto al 5,7% nei pazienti senza prurito, del 6% nel gruppo di pazienti sani con prurito e del 3% nel gruppo di pazienti sani senza prurito. La prevalenza dell’ideazione suicidaria è stata del 15,7% nei pazienti con prurito, del 9% nei pazienti senza prurito, del 18,6% nei soggetti sani con prurito e dell’8,6% nei soggetti sani senza prurito. Il verificarsi di eventi di vita stressanti è stato più elevato negli individui con prurito che in quelli senza prurito. I pazienti con prurito avevano anche maggiori problemi economici.
“La nostra ricerca dimostra che il prurito ha un forte impatto sulla qualità della vita”, ha commentato Dalgard. “Questo studio mostra l’importanza del prurito e il suo aspetto multidimensionale. La gestione dei pazienti con prurito dovrebbe comportare l’accesso a un team multidisciplinare quando necessario, come già accade in diversi Paesi europei.”
I ricercatori raccomandano anche misure preventive. In molti disturbi infiammatori cronici della pelle, un trattamento aggressivo precoce su misura per il paziente potrebbe aiutare a ridurre il prurito il prima possibile e prevenire lo sviluppo di problemi di salute mentale. Gli interventi antiprurito esistenti dovrebbero essere implementati più frequentemente nella cura ordinaria dei pazienti dermatologici.