Dopo la recente esplosione nell’importante centro di ricerca russo Vektor di Koltsovo (una città vicino a Novosibirsk in Siberia) che studia virus letali tra cui Ebola e HIV, molti si sono interrogati su quali conseguenze potrebbe portare un incidente analogo a livello planetario. Fortunatamente, nel caso del centro russo, l’esplosione di una bombola di gas durante i lavori di ristrutturazione non ha dato origine ad alcuna contaminazione biologica.
Tuttavia gli esperti di pandemia s’interrogano sul livello di preparazione del genere umano a una possibile pandemia a livello mondiale: lo scenario che dipingono è degno dei migliori film di fantascienza. In un articolo apparso sul The Sun, si mette in evidenza che, secondo un gruppo di ricercatori e responsabili della salute pubblica, il mondo non è preparato al pericolo di una malattia contagiosa che si propaghi facilmente su tutta la Terra: esisterebbe un pericolo concreto che un virus letale di facile diffusione possa sterminare fino a 80 milioni di persone in soli due giorni!
Dal momento che il globo è diventato sempre più interconnesso, un patogeno potrebbe raggiungere tutta la Terra in un lasso di tempo compreso tra le 36 e le 50 ore. Si sottolinea inoltre che non solo in Africa e Asia, ma anche in Europa, America e Australia esistono già patogeni la cui pericolosità sta riemergendo negli ultimi anni. Non solo Ebola e virus Zika, ma anche il morbo di Creutzfeldt–Jakob e virus influenzali in grado di passare le barriere della specie, come l’H5N1, l’H7N9 e altre sigle simili di influenza aviaria.
Secondo le stime, una pandemia globale porterebbe alla cancellazione del 5% dell’economia mondiale e a caos sociale dovuto al collasso dei sistemi sanitari nazionali, specie dei Paesi più poveri.
Nonostante le previsioni forse troppo pessimistiche di questo scenario, queste considerazioni portano l’attenzione agli investimenti dedicati alla salute pubblica, che secondo Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS “i governi dovrebbero effettuare per il rafforzamento dei sistemi sanitari nazionali”. A prescindere dal rischio pandemia, il rafforzamento del sistema sanitario nazionale secondo Tedros Adhanom Ghebreyesus dovrebbe servire per sviluppare nuove tecnologie al servizio della salute e coordinare gli sforzi comuni, con un controllo continuo dei risultati raggiunti. Secondo un recente report dell’OMS, si ricorda che l’Italia investe il 7% del PIL nel settore salute.