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Omeopatia: perché sembra funzionare

16 gennaio 2020 di Roberto Albanesi

Omeopatia

La medicina convenzionale boccia senza appello l’omeopatia, anche se esistono medici (cioè laureati in medicina) che, oltrepassando il confine dell’ufficiale, la propongono ai loro pazienti. In questo clima conflittuale alcuni vorrebbero bandirla da cliniche e ospedali, altri ne rivendicano l’autorità e vorrebbero che fosse trattata alla stregua delle cure tradizionali (addirittura la regione Toscana ha finanziato una ricerca). Cosa c’è dietro la presunta efficacia dell’omeopatia?

Cominciamo con il dire che l’omeopatia non guarisce nessuna patologia: non esiste infatti una patologia (che non sarebbe guarita da sé: questo concetto è importante) che l’omeopatia sia in grado di curare. Del resto, se così fosse, la patologia non avrebbe bisogno della medicina tradizionale. Questo è il più grave problema dell’omeopatia: se non guarisce nessuna malattia, che affidabilità può avere? Perché sembra funzionare? In realtà, i suoi presunti successi si basano esclusivamente su errori logici che non vengono percepiti dalla popolazione perché non adeguatamente preparata. Vediamoli in rassegna.

Effetto placebo – L’effetto placebo consiste nel somministrare al malato un farmaco assolutamente inerte, facendogli credere che sia in grado di guarirlo. Se il malato assume il farmaco fideisticamente, la situazione psicologica sarà molto favorevole e il soggetto “percepirà” un notevole miglioramento. In un certo senso, l’effetto placebo gli farà sopportare meglio la malattia. Se si considera che gli omeopati in genere prestano molte più attenzioni psicologiche al paziente delle strutture mediche tradizionali, va da sé che l’effetto placebo è rinforzato anche dal comportamento del terapeuta. L’effetto placebo ottiene il massimo effetto quando l’omeopatia viene associata a malattie croniche o a malattie psicosomatiche.

Effetto tempo – Dopo l’effetto placebo, l’effetto tempo è il più grande testimonial delle cure omeopatiche. Si riferisce a tutte quelle patologie di gravità limitata che sarebbero guarite da sé: influenza, raffreddori, dolore mestruale, mal di testa ecc.

Effetto coincidenza – Si consideri una patologia che sarebbe guarita da sé (anche in modo inspiegabile: pochi sanno che la regressione spontanea di un tumore è fenomeno molto raro, ma esistente e documentato), magari perché sono venute meno le vere cause che l’hanno prodotta. Nel momento in cui la patologia regredisce e, per caso, in quel periodo il soggetto si è affidato a cure omeopatiche, ecco che queste vengono associate alla “guarigione”. Peccato che, come detto in apertura, la stessa cura omeopatica non funzioni su altri casi della stessa patologia. L’effetto coincidenza è importante anche nelle malattie cicliche, quelle in cuii si alternano cicli in cui la patologia è presente e altri in cui la patologia va in remissione o si attenua molto: se il farmaco omeopatico viene assunto in uno dei cicli di remissione/attenuazione è ovvio che “sembri” funzionare.

Effetto risultato – Questo effetto è un effetto di rimbalzo: il soggetto che crede fermamente che l’omeopatia l’abbia “guarito” (per uno degli effetti precedenti), diventa testimonial, mentre ovviamente chi non ha avuto benefici tace, spesso vergognandosi di aver provato qualcosa che è contrario alla scienza.

Morale: la medicina alternativa è tanto alternativa a quella vera quanto lo è un tappeto volante rispetto a un paracadute (R. Burioni).

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