Con la riapertura dell’Italia agli spostamenti fra regioni ha ancora senso parlare di emergenza Coronavirus? Ha ancora senso seminare terrore nella popolazione? L’elaborazione dei dati dice di no. Un’analisi impietosa di come è stata gestita la prima fase dell’epidemia mostra che anche un’ampia fase di ritorno potrà essere gestita molto meglio e con risultati negativi decisamente più contenuti.
Il prof. Zangrillo (primario di terapia intensiva al San Raffaele) ci dice che l’emergenza Coronavirus non esiste più (31/5). Una voce autorevole, basata sull’esperienza di questi mesi, ma comitato scientifico e virologi in cerca di visibilità continuano a terrorizzare la gente.
Per Giuseppe Curigliano (direttore della Divisione nuovi farmaci allo IEO, l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e professore di Oncologia medica all’Università degli Studi di Milano) l’attenzione eccessiva rivolta a un problema aggravato da una cattiva gestione ha ritardato tutti i programmi di screening. “Quelle attività che hanno come obiettivo di intercettare i tumori al loro inizio. Probabilmente, nei prossimi mesi, quando riprenderanno, ci troveremo di fronte a un numero più grande di casi avanzati, meno curabili e meno guaribili”. Una pandemia di tumori.
Non esiste solo il CORONAVIRUS. Così hanno risposto milioni di italiani che si sono visti annullare migliaia di controlli relativi a patologie come tumori, problemi cardiaci e ortopedici.