Il nuovo rapporto pubblicato dall’OMS sulla mortalità infantile (settembre 2019) rivela che le morti delle donne incinta e dei neonati sono diminuiti al mondo, e che la loro sopravvivenza è massima da sempre. Sembrerebbe una buona notizia, ma leggendo il rapporto i dati che contiene rendono molto bene l’idea di come, nonostante i progressi medici, la situazione sia tutt’altro che positiva, soprattutto in molte aree della Terra.
Secondo le nuove stime sulla mortalità infantile e quella materna pubblicate dagli esperti delle Nazioni Unite guidati dall’UNICEF e dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), dal 2000, i decessi infantili sono diminuiti di quasi la metà e quelli materni di oltre un terzo, principalmente a causa di un migliore accesso a servizi sanitari.
Ma accanto a questi dati positivi, non si può tacere che 6,2 milioni di bambini sotto i 15 anni sono morti nel 2018 e oltre 290 000 donne sono morte a causa di complicazioni durante la gravidanza e il parto nel 2017. Dei decessi totali nei bambini, 5,3 milioni sono avvenuti nei primi 5 anni, con quasi la metà di questi nel primo mese di vita.
Si stima che 2,8 milioni di donne incinte e neonati muoiano ogni anno, ovvero uno ogni 11 secondi, principalmente per cause prevenibili, se solo fossero garantiti standard di assistenza medica accettabili.
I bambini affrontano il più alto rischio di morire nel primo mese, soprattutto se sono nati troppo presto o troppo piccoli, hanno complicazioni durante la nascita, difetti congeniti o infezioni da contratto. Circa un terzo di questi decessi si verificano entro il primo giorno e quasi i tre quarti solo nella prima settimana.
Le stime mostrano anche grandi disparità in tutto il mondo, con donne e bambini nell’Africa sub-sahariana che affrontano un rischio di morte sostanzialmente più elevato rispetto a quello relativo a tutte le altre regioni: lì, infatti, i livelli di decessi materni sono quasi 50 volte più alti e i bambini hanno 10 volte più probabilità di morire nel loro primo mese di vita, rispetto ai nati in Paesi ad alto reddito.
Confrontando le statistiche africane con quelle europee, si nota la profonda disparità: nel 2018, 1 bambino su 13 nell’Africa sub-sahariana è morto prima del suo quinto compleanno, un rischio 15 volte più alto rispetto a quello di un bambino nato in Europa, dove muore un bambino su 196 (per le età inferiori ai 5 anni).
Il dott. Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS, ha commentato questi dati sottolineando ancora una volta l’efficacia e l’importanza della copertura sanitaria globale ed efficiente, affermando che “Nei paesi che offrono a tutti servizi sanitari sicuri, convenienti e di alta qualità, donne e bambini sopravvivono e prosperano. Questo è il potere della copertura sanitaria universale”.