29 ottobre 2023 – A cura della Redazione
L’intolleranza al lattosio è una delle intolleranze alimentari riconosciute dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ed è causata dalla carenza o dall’assoluta mancanza di un enzima, la lattasi, il cui compito è quello di scindere il lattosio in glucosio e galattosio consentendone l’assorbimento a livello gastrointestinale. Ricordiamo che il lattosio è un carboidrato contenuto in molti alimenti, in particolar modo nel latte, nei cibi che contengono il latte, nei latticini e nei formaggi.
Le intolleranze enzimatiche, come quella al lattosio, si caratterizzano per il fatto che, venendo a mancare un determinato enzima, l’organismo non è in grado di metabolizzare determinate sostanze presenti nei cibi. Ciò causa, nella maggior parte dei casi, una sintomatologia più o meno importante; nel caso di intolleranza al lattosio provoca in particolar modo dolori addominali, meteorismo e flatulenza, ma non solo.
Va precisato che non sempre la carenza di lattasi determina l’insorgenza di segni e sintomi rilevanti (in molti casi è addirittura asintomatica), ma quando ciò si verifica, il soggetto è classificato come intollerante al lattosio.
Questo tipo di intolleranza è diffusa a livello globale e, per quanto riguarda il nostro Paese, si stima che interessi circa il 40-50% della popolazione. Ne esistono tre forme: genetica (o primaria, la più diffusa), secondaria (ovvero causata da un’altra patologia, rimossa la quale spesso si risolve), e congenita (molto rara).

Intolleranza al lattosio
Quali sono i sintomi dell’intolleranza al lattosio?
Come accennato in precedenza, i sintomi e i segni più comuni sono i dolori addominali, spesso crampiformi, il meteorismo e la flatulenza, ma sono abbastanza comuni anche la sensazione di gonfiore addominale, la diarrea o, al contrario la stitichezza. Meno comuni sono invece manifestazioni più generiche come mal di testa, nausea, stanchezza, eruzioni cutanee ecc.
Questi segni e sintomi si manifestano quando il soggetto assume lattosio. Di norma, maggiore è la quantità assunta, più eclatante è la sintomatologia.
Se il medico sospetta che il paziente sia affetto da intolleranza al lattosio, può suggerire l’esecuzione di test diagnostici opportuni. Quelli più affidabili sono due, considerati complementari, il breath test al lattosio e il test genetico per l’ipolattasia. Esistono anche altre metodiche, ma sono utilizzate molto meno frequentemente.
Come si cura l’intolleranza al lattosio?
Non esiste una cura farmacologica risolutiva per l’intolleranza al lattosio, anche se è possibile che il medico prescriva dei farmaci sintomatici per trattare i sintomi e i segni che si dovessero manifestare dopo l’assunzione, anche inconsapevole, di lattosio (quindi farmaci per trattare i dolori addominali, il meteorismo, la diarrea o la stitichezza ecc.).
Esistono anche integratori alimentari a base di tilattasi che favoriscono la digestione del lattosio, così come esistono alimenti delattosizzati (per esempio il latte senza lattosio).
Comunque sia, la terapia che si deve normalmente adottare consiste in un regime alimentare delattosizzato, ovvero una dieta in cui è previsto un apporto molto ridotto degli alimenti ricchi di lattosio.
Se ci viene diagnosticata questa intolleranza, è possibile anche effettuare una riduzione graduale dell’apporto dei cibi, una strategia che può permetterci di scoprire quale sia la nostra soglia di tolleranza.
Dal momento che la riduzione di alimenti contenenti lattosio ha di norma come conseguenza una riduzione dell’apporto di calcio (minerale contenuto in discrete quantità nel latte, nei latticini e nei formaggi) è possibile che il medico suggerisca un’integrazione alimentare di tale sostanza.