La vitiligine è una malattia cutanea le cui cause sono ancora sconosciute; è una patologia caratterizzata dalla comparsa di aree di depigmentazione di grandezza e forma variabili che possono essere acromiche o ipocromiche.
Si tratta di una patologia relativamente rara; si stima, infatti, che i soggetti colpiti da questo disturbo siano circa l’1% della popolazione mondiale. La fascia di età maggiormente interessata da questo problema è quella che va dai 20 ai 40 anni, ma la malattia può colpire anche bambini oppure persone più anziane.
La malattia non ha incidenza sull’aspettativa di vita, ma, senza ombra di dubbio, ha un impatto notevole a livello psicologico. Attualmente la terapia maggiormente utilizzata è la fototerapia con l’utilizzo di raggi ultravioletti di tipo B (UVB); terapia che non è esente da effetti collaterali e la cui efficacia è comunque limitata. Sembrano però esserci novità sul fronte dei trattamenti.
Un gruppo di ricercatori del Tufts Medical Center di Boston ha pubblicato i risultati di una sperimentazione clinica di fase II, risultati decisamente promettenti.
“L’applicazione topica di ruxolitinib, farmaco attualmente utilizzato nel trattamento per via orale di alcune patologie del sangue, ha portato a un sostanziale miglioramento dei sintomi della vitiligine facciale in quasi la metà dei partecipanti al trial” (157, N.d.R.), ha detto il dermatologo David Rosmarin, nel corso del Congresso mondiale di dermatologia, tenutosi a Milano il 15 giugno 2019.
I pazienti testati sono stati divisi in due gruppi e hanno giornalmente ricevuto l’applicazione del farmaco (e del placebo) nella zona interessata dalla malattia. La metà di coloro che sono stati trattati con il dosaggio maggiore del farmaco hanno avuto un netto miglioramento. Tra coloro che hanno ricevuto il placebo, si è registrato un lieve miglioramento soltanto nel 3% dei casi.
L’altra buona notizia è che gli effetti collaterali sono stati molto scarsi; Rosmarin ha affermato: “Ruxolitinib topico è potenzialmente in grado di modificare il modo in cui viene trattata la vitiligine: non solo è efficace nel ripigmentare la pelle, ma ha anche un eccellente profilo di sicurezza. Siamo anche ottimisti sul fatto che molti pazienti affetti da vitiligine possano vedere una risposta ancora migliore con uso continuo di ruxolitinib per un lungo periodo di tempo, combinato con la fototerapia e l’esposizione alla luce solare. La nostra speranza è che questo trattamento, alla fine, possa restituire una vita normale a milioni di persone in tutto il mondo”.