Di fronte all’epidemia di Coronavirus molti ritengono che le misure eccezionali siano ingiustificate. Un’opinione che, se espressa da chi è a digiuno di matematica, è solo una valutazione superficiale.
In questa sede tento di riassumere in modo semplice, divulgativo e sintetico un articolo molto bello di Paolo Giordano apparso sul Corriere della Sera.
Il modello di un’epidemia
Si basa su tre insiemi: Suscettibili (S), cioè le persone che possono essere infettate, Infetti (I), Guariti (R, dall’inglese Recovered – che non significa “ricoverati” come grandi cultori della lingua inglese traducono!). Il modello infatti è detto SIR.
Al modello, o meglio alla malattia, è associato un numero R0 che indica il numero di persone che, in media, ogni individuo infetto contagia a sua volta (esempi: morbillo R0=15, parotite (orecchioni) R0=10). Per il coronavirus, R0 vale circa 2,5, non bassissimo, visto che per l’influenza spagnola del 1918 che uccise 50-100 milioni di persone (il 4% circa della popolazione del pianeta) era di 2,1.
Quando R0 scende sotto a 1, l’epidemia si spegne; finché resta maggiore di uno, l’epidemia continua ad allargarsi.
Il secondo parametro che il modello deve considerare è il tempo medio d’infezione, cioè il tempo medio che intercorre tra quando una persona è infettata e il momento in cui quella stessa persona ne infetta un’altra; per il SARS-CoV2 è di circa 7 giorni.
Domande e risposte
Perché le epidemie partono spesso dai Paesi più densamente popolati (per esempio Cina)?
Ovvio, perché il numero dei Suscettibili è altissimo. Questo problema è un altro serio motivo per cui limitare la popolazione mondiale: più siamo e più epidemie ci saranno. Il fatto che oggi ci siano moltissime persone che viaggiano causa il fatto che il numero dei Suscettibili non è solo quello di un determinato Paese, ma praticamente quello degli abitanti del pianeta.
Perché la disponibilità di un vaccino è fondamentale?
Perché un vaccinato passa automaticamente nell’insieme R ed esce dai Suscettibili.
Perché il Coronavirus fa più paura delle influenze stagionali?
- Perché manca un vaccino, quindi (vedi sopra) è più difficile fermare il contagio.
- Perché non c’è, per ora, nessuna certezza che avrà un picco naturalmente stagionale come le altre influenze.
- Perché non importa se il tasso di mortalità è basso e interessa solo persone già compromesse. A differenza della normale influenza, provoca ospedalizzazioni nel 15% dei casi, di fatto potenzialmente intasando gli ospedali, peggiorando le cure e aumentando il tasso di mortalità.
Perché sono necessarie misure eccezionali?
Perché il valore è ancora sopra l’unità; se venissero a mancare tali misure, il Coronavirus continuerebbe a espandersi con il suo valore “naturale” di 2,5.