In una gravidanza, generalmente le direttive di stile di vita sono rivolte alle future madri: non fumare, non bere alcol sono precauzioni importanti per le donne che intendono avere un bambino. Un nuovo studio però mette in guardia anche i futuri padri sul consumo di alcol nei mesi prima del concepimento, che sarebbe un fattore di rischio per il nascituro. Già si sapeva che il consumo di alcol dei padri era associato a un rischio maggiore di danni al sistema nervoso centrali, con possibili ricadute sulle capacità cognitive del bambino.
Ora un nuovo studio pubblicato sull’European Journal of Preventive Cardiology, un giornale dell’European Society of Cardiology (ESC) (Zhang S, Wang L, Yang T, et al. “Parental alcohol consumption and the risk of congenital heart diseases in offspring: An updated systematic review and meta-analysis”, Eur J Prev Cardiol. 2019”) collega il consumo di alcol da parte dei padri durante il periodo del concepimento a un aumento del rischio cardiovascolare. In particolare, la ricerca afferma che il bere alcolici nei tre mesi che precedono la gravidanza è associato a un rischio aumentato del 44% di malattie cardiache congenite per i padri e del 16% per le madri, rispetto all’astenersi dal bere.
Precedenti studi che studiavano il legame tra alcol e cardiopatie congenite si sono concentrati sui comportamenti delle future madri, con risultati inconcludenti. Questa è la prima meta-analisi per esaminare il ruolo del consumo paterno di alcol che coinvolge i migliori dati in letteratura pubblicati tra il 1991 e il 2019, con l’analisi di 55 studi che coinvolgevano 41.747 bambini con cardiopatia congenita e 297.587 nati sani.
Lo studio ha messo in luce un rischio crescente delle malformazioni congenite cardiache del bambino al crescere del consumo di alcol. Il principale limite dello studio è che, come hanno osservato gli stessi autori, la meta-analisi non è in grado di affermare un nesso causale, né dimostra che il consumo paterno sia più dannoso per il cuore del feto rispetto al consumo materno. I dati non possono essere utilizzati per definire un limite al consumo di alcol “sicuro”, al punto che i ricercatori suggeriscono un periodo di astinenza dall’alcol per i padri nei sei mesi precedenti il concepimento.
Nonostante quindi i limiti della ricerca, il principale pregio è nell’aver messo in evidenza che la sicurezza della salute del bambino non riguarda solo le future madri, ma anche i padri.