Come vedono i daltonici? È una domanda che incuriosisce moltissime persone; prima di rispondere illustrando le varie forme di daltonismo, alcune fondamentali premesse.
Quando si verifica un’inabilità a percepire correttamente i colori, anche parziale, si è in presenza della discromatopsia, un difetto del cromosoma X meglio noto come daltonismo. Sebbene si tratti di un problema di natura genetica, il daltonismo può insorgere anche in seguito a danneggiamenti agli occhi e ai nervi, così come al cervello. Ma in cosa consiste esattamente il daltonismo? In parole semplici, la persona affetta da questa patologia non riesce a distinguere bene i colori degli oggetti e più in generale dell’ambiente circostante. Si tratta di una malattia identificata per la prima volta nel 1794 dal chimico inglese John Dalton (da qui il termine “daltonismo”): egli stesso era affetto da “cecità cromatica” e fu il primo a descrivere scientificamente il difetto del cromosoma X nel corso di una conferenza sulla visione dei colori.
Daltonismo: tutte le tipologie
La percezione anomala dei colori è tutt’altro che rara. Stando a recenti studi, all’incirca una persona su 20 è affetta da daltonismo, anche se molti di questi soggetti non hanno la più pallida idea di essere affetti da questa patologia. Fin dal primo giorno di vita, infatti, i daltonici sono abituati a vedere il mondo in un determinato modo, e non “avvertono” l’esistenza della criticità. Normalmente, sono le maestre ad accorgersi della problematica già durante gli anni d’asilo: in genere il bambino o la bambina tenderà a svolgere un compito con un colore diverso rispetto a quello suggerito. Ma quali sono i sintomi del daltonismo? Ci sono dei test che possono essere svolti per stabilire che una persona è affetta da tale disturbo?
Come detto, il sintomo principale che caratterizza le persone daltoniche è l’alterata percezione dei colori. Tuttavia, esistono molti tipi di daltonismo, e in ognuna di questa varietà il soggetto presenta una diversa anomalia. Ecco perché è opportuno conoscere tutte le diverse forme per comprendere come vedono i daltonici e capire il daltonismo.
Come vedono i daltonici? – La protanopia
Tra le forme più diffuse di daltonismo c’è senza dubbio la protanopia, ovvero l’insensibilità al rosso. I soggetti affetti da protanopia non riescono a riconoscere in nessun modo il colore rosso: per fare un esempio, la persona che presenta un daltonismo basato sulla protanopia non riesce a distinguere il colore rosso nell’arcobaleno, ma non ha alcun problema con gli altri sei colori. Quando il disturbo è moderato si parla di protanomalia, ovvero una percezione ridotta del rosso, ma non completamente assente.

La protanopia è l’insensibiità al rosso, i soggetti affetti da deuteranopia non riescono a vedere il colore verde, la tritanopia impedisce di distinguere correttamente il blu e il giallo; nel caso di acromatopsia si ha cecità ai colori.
Come vedono i daltonici? – La deuteranopia
I soggetti che sono invece affetti da deuteranopia non riescono a vedere il colore verde. Questo tipo di daltonismo è praticamente il più diffuso, anche se l’incidenza maggiore viene registrata con la deuteranomalia, ovvero la percezione ridotta del colore verde, che colpisce all’incirca il 5% della popolazione. Anche qui si può fare un semplice esempio: prendendo un astuccio di pastelli, la persona affetta da deuteranopia non riuscirà a individuare il solo pastello verde, mentre riconoscerà senza problemi tutti gli altri colori.
Come vedono i daltonici? La tritanopia
Un’altra variante del daltonismo è la tritanopia, ovvero quella “cecità cromatica” che invece impedisce di distinguere correttamente il blu e il giallo. Le persone affette da tritanopia, per fare un esempio, non sono in grado di riconoscere il blu e il giallo nella maglia di una squadra di calcio, così come è per loro impossibile distinguere il violetto osservando l’arcobaleno. Anche qui esiste una forma ridotta, che prende il nome di tritanomalia: in questo tipo di daltonismo le persone manifestano una percezione ridotta nei confronti delle colorazioni blu e gialle. Va comunque precisato che la tritanopia e la tritanomalia sono molto meno diffuse rispetto alle altre varianti a cui facevamo riferimento in precedenza. Ma la persona affetta da daltonismo può curarsi oppure è costretta a convivere con questo fastidioso disturbo?
Test per il daltonismo: i più famosi e utilizzati
Diciamo subito che il daltonismo è un difetto soprattutto genetico, che è praticamente inevitabile per gli uomini. Le donne sono meno colpite da daltonismo perché hanno due cromosomi X: se uno è “danneggiato” dalla malattia, può intervenire l’altro per sopperire alla criticità. Può accadere che entrambi i cromosomi X risultino difettosi, ma è davvero molto raro: per questo le donne daltoniche sono numericamente molto inferiori agli uomini affetti da daltonismo. Per capire se una persona è daltonica può bastare una visita oculistica: lo specialista sottoporrà l’interessato/a a un esame cromatico per il riconoscimento dei colori. Tuttavia, esistono anche diversi test per il daltonismo (molti dei quali anche online) che aiutano a capire se si è in presenza di una delle varianti precedentemente descritte.
Uno dei test di daltonismo più famosi al mondo è quello progettato dal dottor Shinobu Ishihara nel 1917, che consente nel riconoscimento di un numero di colore diverso all’interno di un cerchio. Un altro test di daltonismo molto efficace è quello noto come “test delle lanterne”, ideato dal dottor Dean Farnsworth e utilizzato dal 1954 come test standard per daltonici per i marinai a bordo delle navi. Il paziente deve riuscire a individuare entrambi i colori delle coppie di luci proposte, indicando anche se sono disposte verticalmente oppure orizzontalmente.
A oggi non esistono terapie che risolvono il daltonismo. Un grosso aiuto può arrivare dalle lenti per daltonici, dotate di filtri speciali, che consentono alle persone affette da daltonismo di avere una percezione dei colori molto simile a quella delle persone non daltoniche.