Il cancro al seno è il tumore che si manifesta più comunemente nella popolazione femminile; si stima che interessi una donna su 8 nell’arco dell’esistenza. Nel 2018, nel nostro Paese, ha interessato quasi 53.000 donne. In misura decisamente minore colpisce anche gli uomini.
La prevenzione del cancro al seno è basata su un insieme di regole e indicazioni che hanno come scopo la riduzione della mortalità dovuta a questa malattia; grazie a una diagnosi precoce, è possibile identificare il tumore al seno nelle prime fasi della sua esistenza, in modo da applicare le cure oggi possibili e aumentare la percentuale di guarigione. Ma nonostante i grandi passi avanti sotto questo aspetto sono ancora troppe le donne colpite da questa forma di cancro. È per questo che si ripongono speranze su una nuova possibilità di prevenzione legata all’intelligenza artificiale.
È di pochi giorni fa, infatti, la notizia che dei ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology), hanno ideato un modello basato sull’intelligenza artificiale capace di analizzare le mammografie e rilevare lo sviluppo di un tumore al seno con cinque anni di anticipo. Questo nuovo metodo sembra essere decisamente migliore nell’elaborazione del rischio di sviluppo di tumore al seno rispetto ad altre tecniche. In breve, questo sistema, come si spiega nella ricerca pubblicata su Radiology (A Deep Learning Mammography-based Model for Improved Breast Cancer Risk Prediction), può prevedere analizzando una mammografia, quali siano le probabilità che un soggetto vada incontro all’insorgenza di un cancro al seno; questo perché sarebbe in grado di riconoscere nel tessuto mammario i primi segnali della neoplasia.
La ricerca effettuata dagli scienziati del MIT si è servita di poco più di 90.000 mammografie effettuate su circa 60.000 pazienti e ha rivelato che vi sono modelli di tessuto mammario presenti molto tempo prima del rilevamento effettivo della presenza di una neoplasia maligna.
Secondo Regina Barzilay, studiosa del MIT che ha preso parte alla ricerca, il nuovo metodo potrebbe rappresentare un grande passo avanti nella personalizzazione dei programmi di prevenzione; a tal proposito ha dichiarato:
“… piuttosto che adottare un approccio valido per tutti, possiamo personalizzare lo screening sul rischio di sviluppare un cancro per una donna. Per esempio, un medico potrebbe raccomandare che un gruppo di donne si sottoponga ad una mammografia ogni due anni, mentre un altro gruppo ad alto rischio potrebbe aver bisogno di uno screening supplementare”.
Gli autori hanno come obiettivo primario quello di valutare i rischi di sviluppo di cancro al seno nel modo più preciso possibile e, il fatto di poter rilevare con notevole anticipo, porterebbe a una diminuzione di interventi invasivi e a una riduzione notevole di costi sanitari.