L’Inghilterra continua la sua guerra contro lo zucchero o, più precisamente, contro il suo consumo eccessivo che, come noto, è fonte di vari problemi di salute, fra cui l’obesità, a sua volta fattore di rischio per lo sviluppo di vari problemi di natura cardiovascolare.
Gli esperti dell’IPPR (The Institute For Public Policy Research, l’Istituto per la Ricerca sulle Politiche Pubbliche) considerano ormai lo zucchero un problema di notevole portata e hanno lanciato la loro proposta: pacchetti e confezioni di alimenti molto zuccherati devono risultare anonimi; così facendo si ridurrebbe la loro attrattiva sul consumatore portando a scelte più ponderate. L’idea, insomma, è quella di porre tali prodotti nelle stesse condizioni di molti altri alimenti meno problematici dal punto di vista salutistico, come per esempio frutta e verdura che, in effetti non beneficiano di riconoscimenti particolari (immagini, marchi ecc.).
Spiega Tom Kibasi, direttore dell’IPPR, “Imballaggi e confezioni senza immagini aiuteranno tutti a fare la scelta migliore”. Gli esperti si dicono certi che adottare questa politica ridurrebbe considerevolmente i tassi di obesità, che stanno aumentando in modo preoccupante. Kibasi si spinge ancora più in là, affermando che si dovrebbero adottare anche altri provvedimenti come, per esempio, quello di bandire al pubblicità ai junk food (cibi spazzatura) ed applicare tasse analoghe alla sugar tax sulle bibite zuccherate (in vigore nel Regno Unito dall’aprile 2018) anche ad altri prodotti poco salutari.
Un sondaggio recente conforta la presa di posizione dell’IPPR; il 69% dei londinesi, infatti, si dicono favorevoli all’estensione del provvedimento proposto anche ai prodotti della prima colazione; sarebbe inoltre opportuno vietare anche la pubblicità ai cibi preconfezionati ipercalorici.
Per il momento, il governo inglese non si è pronunciato sulla proposta delle confezioni senza immagini, ma il dipartimento di Salute e cure sociali sta attendendo il riscontro della consulente governativa in materia di salute che, si dice, sembra essere favorevole alla proposta dell’IPPR.
Potrebbe aiutare la decisione il fatto che in Australia, il primo Paese a introdurre i pacchetti di sigarette senza immagini e pubblicità, si è avuta una notevole riduzione del numero dei fumatori (25% in meno); secondo gli esperti tale riduzione è sicuramente da attribuire a tale iniziativa.