Secondo uno studio presentato di recente alla convention annuale dell’American Society for Nutrition in corso a Baltimora, un consumo insufficiente di frutta e verdura sarebbe responsabile, a livello mondiale, di circa 2,8 milioni di morti all’anno per incidenti cardiovascolari. I pericoli maggiori riguarderebbero gli uomini e i giovani adulti.
Gli autori della ricerca hanno effettuato una stima dell’assunzione media nazionale di frutta e verdura in 113 Paesi (poco più dell’80% della popolazione mondiale) basandosi sulle indagini effettuate sulle abitudini alimentari di ogni Paese; sono state poi incrociate tali informazioni con quelle relative alle cause di morte in ognuno di questi Paesi e sul rischio cardiovascolare associato a un consumo non adeguato di frutta e verdura.
I ricercatori, sulla base di questi dati, hanno calcolato che un decesso per problemi cardiovascolari su 7 potrebbe essere imputabile al fatto di non mangiare abbastanza frutta, mentre un decesso su 12 sarebbe attribuibile allo scarso consumo di verdura.
Scendendo più nel particolare; nei Paesi dell’Asia meridionale, dell’Asia orientale e in quelli dell’Africa subsahariana, risultano bassi apporti di frutta ed elevati tassi di morte associati a ictus cerebrale, mentre nei Paesi dell’Asia centrale e dell’Oceania, si sono rilevati un basso apporto di verdure e alti tassi di cardiopatia coronarica associata. Negli USA il problema riguarda soprattutto lo scarso consumo di verdura.
Basandosi sulle linee guida relative alla dieta e sugli studi effettuati sui fattori di rischio cardiovascolare, sarebbe sufficiente un consumo giornaliero di frutta di circa 300 g e un consumo di circa 400 g di verdura (ivi compresi i legumi). Non sembrano certo quantità impossibili.
Uno degli autori dello studio, Dariush Mozaffarian della Friedman School of Nutrition Science and Policy della Tufts University, afferma: “le priorità si sono tradizionalmente concentrate sull’apporto calorico, sull’introduzione di vitamine e sulla riduzione di sale o zucchero”, ma “questi risultati indicano la necessità di incoraggiare il consumo di alimenti protettivi come frutta, verdura e legumi”. Ciò rappresenterebbe “un messaggio positivo con un enorme potenziale per migliorare la salute globale”.
L’autrice principale dello studio, Victoria Friedman, afferma: “Frutta e verdura sono una componente modificabile della dieta che può avere un impatto sulle morti prevenibili a livello globale… I nostri risultati indicano la necessità di uno sforzo rivolto alla popolazione, per aumentare il consumo di frutta e verdura in tutto il mondo”.
Che dire? Nessuno nega l’importanza di inserire frutta e verdura in un regime alimentare che voglia dirsi equilibrato, ma a nulla varrebbe un consumo giornaliero di questi alimenti se non supportato da uno stile di vita sano ed equilibrato, non solo sul piano dell’alimentazione.