Una notizia dell’Inghilterra ha suscitato scalpore: un giovane ragazzo ha perduto la vista all’età di 17 anni, a causa di una dieta alimentare fortemente sbilanciata. L’effetto è stato possibile perché il ragazzo ha portato avanti il suo regime alimentare per parecchi anni: secondo la cronaca i suoi pasti erano quasi sempre costituiti da patatine fritte. La sua alimentazione era molto poco equilibrata, praticamente priva di vitamine e sali minerali, senza alcun consumo di frutta e verdura.
I primi sintomi e segni furono avvertiti all’età di 14 anni, ed erano compatibili con un quadro di carenza di vitamine e sali minerali: forte stanchezza e anemia. La causa erano i bassi livelli di vitamina B12. Il ragazzo era anche un mangiatore esigente, non era sottopeso e non aveva particolari problemi di salute. L’anno seguente il ragazzo cominciò a sperimentare i primi problemi alla vista e all’udito. La perdita della vista divenne pressoché completa due anni dopo. La diagnosi è stata neuropatia ottica (danno al nervo ottico) e ulteriori test rivelarono che la causa era nutrizionale. Le carenze maggiori erano quelle di vitamina B12 e di vitamina D, a queste si aggiungevano quelle di alcuni sali minerali (rame e selenio). La sua densità minerale ossea era molto bassa (probabilmente a causa dei bassi livelli di vitamina D) non certo quella che dovrebbe avere un maschio diciassettenne.
Nonostante il ragazzo non fosse sottopeso (quindi dal punto di vista quantitativo il regime alimentare era corretto), il problema erano le scelte alimentari compiute per parecchi anni: il ragazzo ha confessato di mangiare esclusivamente una porzione giornaliera di patatine e faceva uno spuntino con patatine, pane bianco, prosciutto e salsiccia.
Alcuni studiosi dell’Università e dell’ospedale di Bristol (Harrison, Warburton, Lux, e Atan) hanno analizzato la dieta del ragazzo, pubblicando un articolo sulla rivista Annals of Internal Medicine (“Blindness Caused by a Junk Food Diet“, settembre 2019) concludendo che le cause della perdita della vista sono state, letteralmente, la sua dieta di cibo spazzatura (“junk food”) non supportata da un’integrazione costante e mirata di vitamine e minerali. La carenza vitaminica ha portato a una disfunzione del nervo ottico.
Sicuramente la vicenda del giovane inglese è un caso limite; la dieta sbilanciata è stata seguita per parecchi anni e la neuropatia del nervo ottico è una complicanza rara, ma grave, di diversi tipi di carenza nutrizionale.
La condizione sarebbe stata reversibile se presa in tempo, ma se la neuropatia non è trattata, può portare a danni strutturali permanenti al nervo ottico e alla cecità, come nel caso in esame.
Gli studiosi sottolineano l’esigenza di mettere in guardia dalle complicanze per la salute della vista di una dieta limitata al solo “cibo spazzatura”.