Su Presa Diretta (Rai 3) ieri è andato in onda un servizio che sottolineava i pericoli per il cervello dei bambini, bombardato da decine di sostanze tossiche: dentifrici, cosmetici, disinfettanti, filtri solari, pellicole dell’interno dei barattoli di latta, scontrini, sigillanti dentali ecc.
L’intervista con un professore aggiunto di Harvard (il danese Philippe Grandjean) ha dato autorevolezza alla puntata, ma ha anche sollevato probabilmente esagerati allarmismi. Sono anni che Grandjean giustamente si batte contro l’inquinamento ambientale (è autore di How to Protect the Brains of the Next Generation), ma la pratica riduce sicuramente la portata delle sue affermazioni.
Premesso che un uso scorretto del principio di precauzione può essere persino dannoso (si pensi che l’igiene orale allunga la vita media delle persone, che i filtri solari diminuiscono la probabilità di melanoma, un tumore terribile ecc.), attualmente non appare evidente un calo cognitivo nella popolazione infantile. Anche il richiamo ai danni che il piombo della benzina avrebbe avuto sul cervello dei bambini (secondo Grandjean, “il piombo ha compromesso il loro sviluppo cerebrale. Una intera generazione di bambini ha pagato il prezzo”) appare più una crociata che un’affermazione basata su dati scientifici quantitativamente inoppugnabili.
Per approfondire: Il principio di precauzione – Il bisfenolo A – I pesticidi