Esistono due tipi di politici “cattivi”: quelli che fanno politica per arricchirsi e quelli che fanno politica per ambizione personale. I peggiori sono quelli che appartengono a entrambe le categorie.
Stranamente, quando si sente parlare di corruzione, siamo propensi a credere che il politico abbia preso soldi per arricchirsi. In realtà, in molti casi la vera molla che spinge al reato è l’ambizione di potere: finanziamenti illeciti alla campagna elettorale, posti assegnati in cambio di voti (il classico voto di scambio, in cui possono rientrare anche promesse che il politico saprà già di non poter mantenere) ecc.
Il caso di Legnano rientra proprio nel caso in cui un gruppo di politici ha usato la propria posizione per consolidare il proprio potere, con il denaro che veniva investito in un progetto del tipo “comandiamo noi!”. L’ambizione alla base del comportamento, il controllo politico per fare del politico un re.
Da ragazzo, fui ingaggiato dall’allora onorevole Virginio Rognoni, poi diventato pezzo da novanta della politica italiana, per entrare nel suo staff. Mi accorsi che la politica non faceva per me perché l’ambizione era alla base del successo e che facevo meglio a passare le mie giornate a studiare e a giocare a pallone. In quel tempo scrissi queste righe.
Non deve meravigliare che i politici di Legnano o di casi analoghi dichiarino di essere innocenti o estranei ai fatti perché, dal loro punto di vista, l’ambizione è una virtù. Del resto, come contraddirli in una società dove moltissime persone, tramite social, media ecc. cercano la popolarità come surrogato dell’esistenza?