Un vero ricercatore non dovrebbe mai essere partigiano; la stessa cosa vale per un giornalista che operi nel modo della salute e della qualità della vita.
Partiamo dall’ennesima ricerca “vegetariana” per poi commentare le “brillanti” deduzioni che abbiamo trovato sui media.
Un gruppo misto composto da ricercatori di Harvard e della Purdue University ha pubblicato sulla rivista Circulation una ricerca che ha coinvolto oltre 1.800 partecipanti; il risultato è stato che quelli che avevano seguito una dieta di tipo vegetale avevano un livello di lipoproteine a bassa densità (LDL) inferiore rispetto agli altri.
Questo il risultato diffuso dai media senza nessun spirito critico, senza volontà di approfondimento. Assurde le posizioni che negano alla carne rossa “ogni beneficio nutrizionale”, visto che è alimento ricco di vitamine del gruppo B, di ferro ecc., come sanno i tanti sportivi che sono diventati vegani e hanno poi dovuto ricredersi per un peggioramento della concentrazione di globuli rossi nel sangue (anemia da sport).
Se si legge la ricerca cosa si scopre?
- La ricerca in realtà è una metaricerca, cioè non ha nulla di originale, ma si è limitata a fondere 36 ricerche precedenti, quindi coinvolgenti in media ciascuna circa 50 partecipanti, un po’ pochini per definire i campioni “significativi”. Le metaricerche hanno poi la difficoltà di omogeneizzare i dati, risalenti a periodi e luoghi distinti (per citare solo due dei tanti fattori di possibile diversità).
- Il risultato finale è che “sostituendo le carni rosse con fonti di proteine vegetali di alta qualità, ma non con pesce o carboidrati di bassa qualità, si ottengono cambiamenti più favorevoli nei lipidi e nelle lipoproteine nel sangue.” Cioè praticamente non serve a nulla essere vegetariani, ma occorre essere vegani, ma non vegani qualunque, ma solo di quell’insieme che si nutre di soia, legumi, noci e cereali totalmente integrali.
- Il punto precedente è vero e assodato, ma di quant’è questo miglioramento? Possibile che nessuno fra i giornalisti abbia letto la ricerca? Il confronto fra dieta vegana ottimale e dieta con carni rosse è di un guadagno di 8 mg/dl di colesterolo LDL (cioè 0,198 mmol/l)!
Se consideriamo chi si nutre di carni rosse in modo responsabile cioè:
- non usa metodi di cottura poco salutistici (grigliatura)
- evita carni conservate con nitriti (salumi e carni in scatola di bassa qualità)
- non eccede con i grassi e quindi non ha un’alimentazione ipercalorica
- utilizza grassi di qualità
probabilmente il diventare vegani consente di avere una riduzione del colesterolo attorno a 2-3 mg/dl, circa il 2% di quello ottimale, cioè una riduzione dell’aspettativa di vita minima. Ha senso? Non ultimo il fatto che si perdono i benefici che comunque il colesterolo (nelle giuste dosi) apporta; ci sono diverse ricerche che correlano un valore basso del colesterolo a immunodepressione (quindi aumento del rischio di diverse malattie, tumori compresi) e demenza senile.
Lungi dal condannare le proteine della carne, questa ricerca le promuove alla grande in un’alimentazione sana ed equilibrata!
Per approfondimenti: Il colesterolo – La carne è cancerogena?