La leucemia mieloide cronica è una di quelle patologie che hanno segnato una grande successo per la medicina attuale in quanto l’aspettativa di vita è ormai prossima a quella di un soggetto sano. Ovviamente il risultato è possibile con cure mirate e con una corretta e tempestiva diagnosi iniziale. Infatti, quello che sfugge alla popolazione è che le strategie di prevenzione del cancro sono ancora molto rozze e non vanno spesso al di là di un buon stile di vita. Quando si parla di prevenzione quasi sempre si confonde il termine con la locuzione corretta di diagnosi precoce.
In quest’ottica appare molto importante la notizia del test di diagnosi rapida per la leucemia mieloide cronica del gruppo della professoressa Monica Bocchia (policlinico Santa Maria alle Scotte, Siena).
La ricerca è stata pubblicata su Cytometry part B: Clinical Cytometry e ha coinvolto 243 pazienti nel sangue dei quali, in modo non particolarmente invasivo, sono state ricercate cellule staminali leucemiche, esprimenti l’antigene CD26, principale causa della leucemia mieloide cronica. I risultati si hanno dopo sole 3 ore dal prelievo.
L’importanza del test è che può essere facilmente standardizzato e che è molto specifico (la specificità è la percentuale di soggetti sani che risultano negativi al test; in teoria dovrebbe essere del 100% nel caso di un test totalmente specifico).
Attualmente, le indagini impiegate per la diagnosi hanno tempi più lunghi, costi più elevati e non a disposizione in tutti i centri che trattano la patologia.
Per approfondire: Leucemia mieloide cronica – La prevenzione – Sensibilità e specificità