Un’interessante analisi di Rosie McCall sulla popolazione americana mostra che tutti siamo “colpiti” dalla malattia mentale. Circa il 18,5% degli statunitensi non soffre di una malattia mentale nella propria vita, ma certamente conosce qualcuno (amico o parente) che lo è stato.
La percentuale può sembrare molto allarmante, ma si deve subito precisare che la locuzione “malattia mentale” non fa riferimento a gravi patologie psichiatriche, ma anche a disordini psicologici comunque invalidanti la qualità della nostra vita.
Infatti, la National Alliance of Mental Illness (NAMI) stima che solo il 4% circa degli adulti soffrirà nella propria vita di una malattia mentale abbastanza grave da interferire o limitare la propria capacità di svolgere le normali attività.
In sostanza conferma i dati italiani che il sito albanesi.it ha raccolto in quasi 20 anni di test con il Gioco della vita: il 10-15% è sufficientemente equilibrato da non essere a rischio di un malessere psichico o psicologico.
Secondo l’analisi della McCall, l’ansia è il tipo più comune di malattia mentale (e tocca il 18,1% degli adulti ogni anno): disturbo d’ansia generalizzato (GAD) disturbo d’ansia sociale (SAD), disturbo da stress post-traumatico (PTSD), disturbo di panico (PD), disturbo ossessivo-compulsivo (OCD) e fobia
Poi segue la depressione che colpisce il 6,9% di adulti ogni anno.
Da notare che, affinché i dati annuali siano coerenti con il dato globale del 18,5% di soggetti che non ha disturbi nella propria vita, significa che sono frequentissime le recidive, a riprova che la medicina è ancora molto lontana dal risolvere queste patologie.
Un altro dato interessante è che circa la metà di tutti i disturbi mentali cronici inizierà prima del quattordicesimo compleanno di una persona (e non sempre vengono subito diagnosticati). Secondo Mental Health America, l’8,2% dei minori di 18 anni ha subito una grave depressione nel 2015, in salita dal 5,9% del 2012.
La McCall passa poi in rassegna il rapporto fra mente e corpo indicando come un malessere mentale possa colpire il sistema immunitario e il tratto digestivo, creare disordini metabolici, malattie respiratorie, malattie cardiovascolari. Sarebbe quindi troppo semplicistico trattare come malattie “fisiche” situazioni patologiche come la fibromialgia.
Uno studio pubblicato nel British Medical Journal mostra che le donne (soprattutto se giovani) hanno maggiori probabilità di avere malattie mentali, ma gli uomini sono molto più propensi a togliersi la vita.
Il suicidio è attualmente la decima causa di morte negli Stati Uniti e la seconda causa di morte per le persone tra i 10 ei 34 anni. Secondo la National Alliance of Mental Illness, il 90% di coloro che muoiono per suicidio mostrava evidenti segni di malattia mentale.
Per approfondire: Il Gioco della Vita – Le personalità