Per dimagrire le calorie non servono, visti i tanti insuccessi dei modelli alimentari che su esse si basano: questa l’accusa alla povera unità di misura. La semplice risposta a questa posizione è che anche modelli alimentari che rinnegano le calorie non hanno ottenuto granché. Il dimagrimento passa attraverso tre fattori importanti:
- la forza di volontà anevrotica – In altri termini, si può cercare di dimagrire finalizzando il dimagrimento a un obiettivo (la classica “prova costume“), ma se manca la forza di volontà anevrotica (cioè il controllo del proprio corpo senza un particolare obiettivo, essendo “forti di testa”), prima o poi si ritorna nell’insieme dei sovrappeso. Non a caso la personalità degli svogliati è particolarmente critica nei confronti dell’avere un corretto peso corporeo.
- L’attività fisica – A meno non avere una mentalità anoressica (che non è l’anoressia, ma è sostanzialmente uno scarso amore per il cibo), senza attività fisica è praticamente impossibile sostenere qualsiasi modello alimentare di dimagrimento sia esso quantitativo (basato sulle quantità dei cibi che si mangiano: alla fine si muore di fame) sia qualitativo (basato su una selezione dei cibi che si mangiano, alla fine si muore di noia e si ritorna a mangiare di tutto, con le eccezioni alimentari che riportano in su il peso).
- La coscienza alimentare – Sia che si usino le calorie sia che non si usino, senza una coscienza alimentare (cioè sapere quanto e cosa mangiare) si commetteranno errori che, se non portano all’obesità, sicuramente facilitano il sovrappeso. Un over 30 che aumenta di peso anche solo un kg all’anno, a 50 anni sarà 20 kg in più!
L’ultimo attacco alla caloria è quello di Peter Wilson che, al riguardo, ha scritto un articolo su 1843, bimestrale dell’Economist. Cominciamo con il dire che Wilson evidenzia il fattore 3: precisa di aver perso 14 chili in quattro mesi grazie alla coscienza alimentare che si era formato scrivendo l’articolo.
Per le altre obiezioni di Wilson rimandiamo all’articolo Calcolo delle calorie, dove, una per una, vengono smontate scientificamente.
L’articolo di Wilson sarebbe comunque interessante se la chiusa finale non fosse deprimente e rivelerebbe che tutto il suo lavoro è solo frutto di partigianeria. Secondo Wilson, che sicuramente non è un gran sportivo, andrebbe ridimensionata l’importanza data all’esercizio fisico nelle diete: “a meno che non siate atleti professionisti, gioca un ruolo minore nel controllo del peso di quanto si pensi. Fino al 75% della quantità media di energia di una persona viene spesa non con l’esercizio fisico, ma con attività quotidiane e nel metabolismo basale”.
Purtroppo, ragionamenti assurdi come questi sembrano colpire la popolazione perché la maggior parte delle persone soffre di innumerismo. Il ragionamento di Wilson sembra “scientifico” e non contiene errori, ma la deduzione è penosa. Se un soggetto con fabbisogno calorico di 2.000 calorie, assume 2.500 calorie al giorno, aumenterà vistosamente di peso e ha due strade: o fa sport e brucia 500 calorie oppure riduce la sua dieta a 2.000 calorie. Risparmiare 500 calorie facendo sport (quel 25% citato da Wilson) è molto, molto più facile (non occorre essere professionisti!) che rinunciare per sempre a 500 calorie al giorno!
Quando poi Wilson ci dice che per dimagrire potrebbe essere più efficace dormire un’ora in più piuttosto che alzarsi all’alba per andare a correre, beh, questo è francamente risibile.
La strategia giusta
Quello che Wilson e chi come lui ridimensiona il concetto di caloria non hanno compreso è che la caloria è solo il primo passo di due step fondamentali che tendono a trovare il corretto fabbisogno quotidiano.
In base a considerazioni sulla media delle persone si stima quale sia il proprio fabbisogno calorico quotidiano. Ovviamente è una media che per le caratteristiche di un certo soggetto (altezza, ore di sonno, età ecc.) può essere per esempio di 2.000 kcal/giorno. Ovviamente, per un soggetto in questione il dato corretto può essere di 1.800 o di 2.200.
Si verifica il proprio peso corporeo con la normale alimentazione quotidiana e l’assunzione calorica riferita alla media. Se il peso resta costante vuol dire che con quel fabbisogno manterremo il peso. Se vogliamo dimagrire dobbiamo ridurlo, per esempio portandolo a 1.900 o a 1.800 kcal/giorno.
Semplice.
Per approfondire: Il calcolo delle calorie – La tabella delle calorie