Il detentore del record mondiale della maratona, Eliud Kipchoge, tenterà ancora una volta di diventare il primo a rompere la barriera di due ore nella maratona.
Il tentativo si svolgerà a fine settembre o all’inizio di ottobre. Gli organizzatori hanno detto che stanno cercando un “circuito piatto” e secondo il Guardian il candidato principale è il Battersea Park di Londra.
Kipchoge detiene il primato mondiale con 2h01’39” (Berlino 2018), ma è arrivato a 25 secondi dall’infrangere la barriera delle due ore sul circuito automobilistico di Monza, in Italia, nel 2017 (2h00’25”). Il tempo non fu omologato perché la corsa non aveva rispettato le norme imposte dalla IAAF (altri atleti di punta erano entrati e usciti dalla gara facendo il ritmo per Kipchoge; un’auto si era posta davanti a lui per bloccare il vento; gli furono consegnate le bevande in bicicletta) e dalla WADA (l’agenzia antidoping).
Il tentativo di Kipchoge è interessante (economicamente) per l’atleta, per il suo manager e per i media, ma dal punto di vista meramente sportivo non ha un grande valore. Se si vuole facilitare l’atleta con soluzioni non ammesse per le gare, tanto vale scegliere un percorso con circa l’1% di impercettibile discesa, una scelta che permette di guadagnare qualche minuto sul tempo finale della maratona. Le “scelte non autorizzate” del tentativo precedente (che forse verranno riconfermate per il nuovo tentativo autunnale) fanno risparmiare circa 3-5″/km, cioè circa 2-3′ in maratona.
Inoltre, la mancanza dei controlli WADA (che si spera siano attuati almeno per la seconda prova in modo del tutto simile alle gare ufficiali) toglie ogni valore al tempo anche stratosferico che Kipchoge potrebbe ottenere.