Una ricerca cinese ha sollevato grandi (e immotivati) entusiasmi sulla possibilità di contrastare il declino cognitivo. Ripresa in Europa dal Daily Mirror, la ricerca è stata pubblicata sul Journal of Nutrition Health and Aging. Il campione era rappresentato da quasi 5.000 soggetti di età superiore ai 55 anni. Le persone che avevano mangiato almeno 10 g di frutta secca al giorno avevano meno probabilità di mostrare un declino cognitivo rispetto agli altri.
In realtà, queste sono le ricerche che non vorremmo mai leggere perché la correlazione è talmente blanda che persino uno scolaro delle elementari può supporre che passare a un nesso causale sia molto difficile. Il punto critico della ricerca è che solo il 16% del campione ha avuto nel tempo più di due misurazioni della capacità cognitiva: i mangiatori di frutta secca hanno mostrato minori probabilità di declino, ma il dato può essere puramente casuale (come lanciare 10 volte una moneta, se viene croce 6 volte non si può concludere che la moneta è truccata o che “croce” esce sempre più volte di “testa”!)
Si sa già che il declino cognitivo è influenzato da un buon stile di vita (fra cui una sana alimentazione), dall’attività fisica e dall’esercizio cerebrale. La frutta secca è un ottimo alimento e chi si prende la briga di inserirla nella propria alimentazione “ogni giorno” è chiaro che “tende ad alimentarsi bene” per semplice buon senso o per una buona coscienza alimentare. Probabilmente la ricerca avrebbe ottenuto lo stesso risultato se invece che “frutta secca” avesse usato “pomodori”, “salmone” o qualunque buon alimento che inserito “ogni giorno” denota un’attenzione alla propria salute che altri non hanno.
Inoltre, si deve rilevare che frasi del tipo “aumenta la funzione cerebrale del 60%” sono prive di fondamento scientifico. Se fosse vero, vedremmo giocatori di scacchi, ricercatori e intellettuali di ogni genere e grado divorare frutta secca ogni giorno e strapazzare i loro concorrenti che non lo fanno. Cosa evidentemente irrealistica.
Per approfondire: Demenza senile