Alcuni ricercatori dell’UCLA (University of California, Los Angeles) hanno progettato un dispositivo piccolo, sottile, flessibile ed economico in grado di ricavare elettricità dalla neve che cade.
“Il dispositivo può funzionare anche in aree remote perché si ricarica in modo autonomo e non ha bisogno di batterie”, ha affermato l’autore principale della ricerca, Richard Kaner.
“È un dispositivo molto intelligente: una sorta di stazione meteorologica che può dirti quanta neve sta cadendo, la sua direzione nonché la direzione e la velocità del vento.”
I ricercatori lo hanno definito nanogeneratore triboelettrico basato sulla neve o TENG neve. Il dispositivo si ricarica attraverso l’energia statica e produce energia elettrica grazie allo scambio di elettroni.
Per realizzare il dispositivo, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nano Energy, i ricercatori sono partiti dal presupposto che l’elettricità statica nasce dall’interazione fra un materiale che cattura gli elettroni e un altro che li cede”.
La neve è caricata positivamente e cede gli elettroni. Il silicone, invece, un materiale sintetico composto da atomi di silicio e di ossigeno, combinati con carbonio, idrogeno e altri elementi, è caricato negativamente. Quando la neve che cade entra in contatto con la superficie del silicone, produce una carica che il dispositivo cattura, creando elettricità.
Il nanogeneratore triboelettrico potrebbe avere una notevole utilità se si considera che ogni anno circa il 30% della superficie terrestre viene ricoperta dalla neve nel corso del periodo invernale, periodo nel quale i pannelli solari spesso non funzionano a pieno regime, anche perché l’accumulo di neve riduce la quantità di raggi solari che riescono ad arrivare ai pannelli.
Il nanogeneratore triboelettrico ideato dai ricercatori dell’UCLA potrebbe essere integrato nei pannelli solari per fornire un’alimentazione continua quando nevica.
Il dispositivo potrebbe inoltre essere utilizzato in ambito sportivo per monitorare l’attività di atleti che praticano attività sportive invernali; per esempio, potrebbe essere indossato da uno sciatore o da un runner per valutarne in modo più preciso le prestazioni. Il dispositivo, in effetti, è in grado di inviare segnali utili a capire se il soggetto che lo indossa cammina, corre o salta.
Il nanogeneratore triboelettrico è stato realizzato ricorrendo alla stampa in 3D; per la carica è sufficiente la presenza di uno strato di silicone di un elettrodo. Secondo i ricercatori, considerate “la facilità di fabbricazione e la disponibilità di silicone”, il dispositivo può essere prodotto a basso costo.