Il problema delle diete vegane è che sono in aperto contrasto con la qualità della vita di chi le segue: difficoltà nella vita di relazione (con amici e ristoranti che vegani non sono), problemi salutistici in chi non ha una decente cultura medica (problemi di anemia, di stanchezza ecc.), possibili difficoltà logistiche nell’approvvigionamento dei prodotti (pensiamo a un vegano che è anche intollerante al glutine!).
Per ovviare a questi “problemi” ecco che escono modelli alimentari vegani “corretti”: uno di questi è la dieta Seagan che aggiunge crostacei e molluschi, cercando di salvare la soluzione vegana con i presunti benefici delle due classi di alimenti.
In realtà, i crostacei e i molluschi sono alimenti ipocalorici (indicati nella lotta al sovrappeso); ovviamente contengono vitamine e sali minerali (come la stragrande maggioranza di cibi), ma sceglierli perché alcune vitamine e minerali sarebbero scarsamente disponibili con la dieta vegana significa di fatto ammettere il fallimento nutrizionale di quest’ultima.
Il vero motivo per cui vengono scelti è chi diventa vegano spesso lo diventa per patosensibilità, cioè per il dolore che prova per la morte di un animale. Ovvio che un crostaceo è molto meno “commovente” di un agnellino” e… ci si può passare sopra (in altri termini, metterlo in padella).
Per approfondire: La dieta vegana – I crostacei – I molluschi