Ho letto i consigli di Daniele Vecchioni, allenatore del Team Levissima Runners per la prossima maratona di Milano del 7 aprile. Sinceramente, penso che sia stato costretto a scriverli sotto minaccia di una pistola o di torture orribili perché a me sembrano francamente incomprensibili. Ecco l’elenco dei consigli.
- Impara a respirare
- Fai la tua gara
- Sfrutta la quotidianità (cioè usa le tue gambe nel fare le scale, nell’andare al lavoro ecc.)
- Cammina lungo il percorso della maratona
- Lo stretching migliore (lo squat naturale, dopo ogni sessione di corsa)
- Non inventare nulla (scarpe nuove, maglietta ecc. a pochi giorni dalla gara)
- L’idratazione è il segreto (anche nella vita di tutti i giorni)
- Allenati nella natura
- Supera il muro.
Che dire? Mi è venuta voglia di abbuffarmi di babà al rhum e di darmi al sumo.
Che la respirazione non conti in maratona soprattutto per un principiante (che non deve mai andare in affanno) è solo buon senso; esattamente come non farsi prendere dalla foga di partire a razzo. Il terzo punto rivela la nota dolente di tutti questi consigli: vogliono illudere l’aspirante runner che basti poco per finire una maratona. Non servono lunghissimi, potenza lipidica o altro, basta andare al lavoro a piedi e non prendere ascensori? Sinceramente sono accorgimenti del tutto ininfluenti per chi si allena seriamente.
Il quarto punto servirebbe per rendersi conto della lunghezza della maratona (cosa peraltro che si può fare anche in macchina…). Forse molti desisteranno.
Anche il consiglio di fare stretching è accettabile, ma nulla c’entra con la preparazione per la maratona. C’è il sospetto che l’elenco di consigli trasformi in suggerimenti fondamentali dettagli di poco conto, ma facilmente implementabili da chiunque. Un po’ come bere tanto durante le nostre giornate (che nulla c’entra con l’idratazione in gara, né può far migliorare la nostra prestazione).
Gli ultimi due sono consigli professionali; l’allenarsi su terreni naturali è però troppo “pericoloso” per il principiante, spesso già soggetto a infortuni da neofita. Il consiglio sul superamento del muro con l’ottimistica strategia di “idratarsi, mangiare (mangiare???) e ricaricarsi di energie” contrasta con ogni considerazione fisiologica sui tempi necessari per ripristinare le scorte di glicogeno. Certo che se uno decide di fare la maratona camminando e di finirla in 10 ore allora si può anche mangiare ogni tanto un bel panino, ma allora non servono consigli.
Perché banalizzare così una materia così scientifica come l’allenamento della maratona?
Per approfondire: L’allenamento per la maratona – Maratona: il programma soft – Preparare la maratona