Uno studio dell’università di Alberta (Canada), guidato da P. Mandhane, ipotizza che i bambini piccoli che trascorrono più di due ore davanti alla tv (o con lo smartphone o il tablet) potrebbero presentare maggiori rischi di problemi comportamentali rispetto ai loro coetanei che passano il loro tempo diversamente.
I ricercatori hanno interrogato i genitori di quasi 2.500 bambini per ottenere informazioni sui tempi che questi avevano trascorso davanti alla televisione nel periodo compreso tra i tre e i cinque anni; successivamente sono stati interrogati relativamente a problemi comportamentali (aggressività, disattenzione, ansia, depressione, disturbi del sonno ecc.).
Solo pochi bambini dell’età avevano problemi particolarmente gravi (aggressività, depressione o ansia), ma quelli che trascorrevano più di due ore davanti agli schermi avevano un rischio circa 6 volte superiore di presentare deficit di attenzione e un rischio di circa 8 volte superiore di soddisfare i criteri per la diagnosi di deficit di attenzione e iperattività (ADHD).
Secondo le linee guida canadesi, la raccomandazione, per quanto riguarda i bambini dai due ai quattro anni, è quella di limitare a poco meno di un’ora al giorno il tempo da trascorrere davanti agli schermi di tv, tablet o smartphone; meno di due ore invece per i bambini più grandicelli.
Alcuni esperti non concordano con le conclusioni dello studio e fanno notare che questo non è in grado di dimostrare un rapporto causa/effetto fra le ore passate davanti agli schermi della televisione e i problemi di comportamento; non è infatti da escludere il fatto che i bambini avessero problemi tali che li hanno portati a passare più tempo guardando tv o altri media. La ricerca poi non dimostra come il passare un certo tempo di fronte alla televisione possa causare problemi di comportamento.
Un altro limite della ricerca, secondo A. Ribner, ricercatore di psicologia presso la New York University, non coinvolto nello studio, e che esso “non consente di comprendere in che contesto e come usare i media e quale media sia migliore rispetto agli altri per sviluppo infantile”.