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Scelte sbagliate

12 novembre 2019 di Roberto Albanesi

Scelte sbagliate

La nostra vita dipende in gran parte dalle nostre scelte, anche se a volte per assolversi si tende a parlare di destino o di sfortuna quando si incorre in una penalizzazione esistenziale. Nella sezione psicologica del sito mettiamo in guardia dal giudicare troppo entusiasticamente o troppo positivamente scelte spesso dettate dai condizionamenti sociali come il matrimonio (il 40% finisce con un divorzio o una separazione e solo una piccola percentuale può dirsi veramente felice dopo anni di unione) o i figli (sono ormai tante le voci che indicano che in molti casi abbassano la qualità della vita dei genitori).

Ora vogliamo affrontare un altro campo dove sembra che le scelte sbagliate abbondino: il possesso di un cane, una tendenza in grande aumento che sta creando molti problemi. In linea generale, chi decide di possedere un cane cade in uno di due grandi insiemi che per chiarire il concetto legheremo a due insiemi molto conosciuti che riguardano il matrimonio.

Il primo insieme è di chi dedica poche attenzioni al proprio cane; lo lascia chiuso in un serraglio o in un giardino di 5×5 m, salvo poi alla sera ricordarsene, portarlo a fare un giro di mezz’ora e poi riconsegnarlo alla sua prigione. Analogia: quelli che danno poche attenzioni al coniuge perché alla fine si accorgono che il matrimonio non è stato granché (tralascio ovviamente chi finisce per trattare male il proprio cane, lo mette alla catena ecc. perché qui l’analogia è con chi picchia la moglie!).

Prima regola: se pensate che il cane sia un animale, non tenetelo!

Il secondo insieme riguarda chi decide di possedere un cane perché “gli piace quella razza”, senza nessuna comprensione di ciò che lo attende. Analogia: chi sceglie il partner da sposare in base a caratteristiche estetiche o economiche, senza nessuna attenzione alla compatibilità!

Queste scelte sbagliate si possono configurare in un vademecum del “lascia perdere, non avere un cane”. Non decidete di possedere un cane:

  1. Semplicemente perché ve lo ha chiesto vostro figlio.
  2. Se non avete tempo per stare con lui.
  3. Se non avete lo spazio sufficiente per tenerlo: un cane non è un carcerato.
  4. Se non sapete o non volete imparare ad accudirlo.
  5. Se non conoscete le leggi che regolano la gestione dei cani e pensate di potervene fare delle vostre.
  6. Se non avete coscienza dei problemi della razza.

Il primo punto vi deve insegnare che siete i primi responsabili, non potete affidare il cane a un minore, anche perché questo, crescendo, magari muterà interessi.

Il secondo punto riguarda la stragrande maggioranza delle persone. Avere un cane non è un obbligo. Se lavorate fino alle sei di sera e nei week-end siete impegnati in mille faccende, dalla spesa, alla cura della famiglia, in altri vostri hobby o passatempi, lasciate perdere.

Il terzo punto a volte si accoppia con il secondo, ma a volte riguarda anche persone che dedicano tempo al proprio cane. Lasciare per esempio un cane che ha bisogno di correre (come un certo numero di razze) in spazi angusti (anche se confortevoli) per la maggior parte della giornata è solo crudele. Un pinscher  può stare in un appartamento, un setter no e nemmeno in un giardino che è un loculo.

Il quarto punto riguarda per esempio quelli a cui pesa raccogliere gli escrementi quando lo portano a spasso e quelli che non sanno gestirne il carattere in modo che non dia fastidio agli altri. Sono veramente imbecilli domande come “scusi il suo cane è femmina?”, domande alla quale si dovrebbe rispondere con un “perché se fosse maschio il suo me lo sbrana?”; oppure giustificazioni come “non si preoccupi vuole solo annusarla” a cui si dovrebbe rispondere “scusi, ma se io le tocco il sedere lei mi denuncia per molestie e io devo subire le molestie del suo cane?”. Si sta cioè diffondendo la cultura che al cane tutto è permesso un po’ come quella di chi permette tutto ai bambini.

Il quinto punto riguarda tutti quelli che, fregandosene delle leggi, liberano il loro cane in zone comunque frequentate da altre persone e da altri cani (al guinzaglio) solo per la pigrizia di non portarlo dove si può far correre senza problemi. Non tutti amano i cani e vedere un cane che ci corre incontro può essere fastidioso.

Il sesto punto è il vero nocciolo dell’articolo. Si stanno sempre più diffondendo cani di razze potenzialmente pericolose (per favore, non dite che “tutti i cani possono mordere” perché mordere o uccidere non è la stessa cosa, esattamente come non lo è dare uno schiaffo e sparare con una pistola). Scrivo questo articolo perché a Livigno il cane di piccolissima taglia di un amico del sito è stato sbranato da due cani di grande taglia (non cito la razza perché l’amico sconvolto non ha saputo riferirmela con esattezza). Sembra che il proprietario degli assalitori abbia minimizzato con un “sono animali…”, senza accorgersi dell’assurda disumanità delle sue parole, visto che, come spesso accade, il piccolo cane ucciso per il mio amico “era uno della famiglia”. La settimana corsa ho avuto una furiosa discussione con la proprietaria di un pastore tedesco che, lasciato libero in campagna, mi è venuto incontro, a 200 m dalla proprietaria che, nonostante i miei inviti a richiamarlo, se ne stava impalata richiamandolo con voce flebile e stanca. Inseguito dal pastore tedesco, il mio cane si è impaurito, l’ho messo al guinzaglio e, visto che l’assalitore non era oltremodo aggressivo, mi sono astenuto dall’abbatterlo (ero a caccia). Se avesse aggredito il mio cane non mi sarebbe restato che sparargli. Che dovevo fare? Chi pensa altrimenti dovrebbe mettersi nelle condizioni di avere il proprio figlio, che magari ha paura dei cani, aggredito da un pastore tedesco maschio del peso di oltre 50 kg.

Personalmente penso che, finché in Italia non ci sarà un patentino, per certe razze di cani il detenerle sia, nella maggioranza dei casi, solo una manifestazione di una personalità particolare.

Ci può essere il violento che usa il cane come espressione della sua forza; ci può essere il debole che lo usa come difesa (l’estensione del vecchio concetto di cane da guardia; per esempio molte donne pensano che se girano da sole in campagna con un cane potenzialmente aggressivo stanno al sicuro, senza pensare ai danni che può causare a innocenti) o come aumento della propria autostima; ci può essere l’apparente che vuole apparire più forte e virile di quello che è ecc.

In ogni caso, detenere cani di certe razze è penalizzante, anche se il singolo soggetto è buonissimo. Difficile portarlo in vacanza o andare semplicemente al ristorante (non fosse altro che per la taglia), difficile relazionarlo con altri cani o persone (in molti ospedali certe razze sono escluse dalla pet therapy perché “incutono timore”) ecc. Insomma, creano problemi.

E la persona intelligente perché dovrebbe avere problemi?

Quindi accendete i neuroni prima di possedere un cane.

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