Gli oligoelementi sono una delle risorse più importanti dell’industria degli integratori, ma attualmente sembra che abbiano aperto la porta anche a una vera e propria specializzazione medica: la medicina degli oligoelementi od oligoterapia. Tutti conoscono i principali: magnesio, ferro e calcio, ma ne esistono molte decine attualmente studiati e proposti dal mercato degli integratori.
In teoria, la maggior parte degli oligoelementi essenziali per la nostra buona salute dovrebbe essere apportati dalla dieta; secondo gli oligoterapeuti, in pratica non è così semplice: un cattivo stile di vita, il consumo di alimenti di bassa qualità, alcuni trattamenti farmacologici o condizioni infiammatorie possono portare a deficit o carenze. L’oligoterapia può rafforzare l’equilibrio o compensare qualsiasi mancanza.
Purtroppo, la realtà è ben diversa e gli ottimismi dell’oligoterapia devono essere ridimensionati. Per esempio, pubblicità ottimistiche indicano che “la stanchezza potrebbe essere un problema legato alla carenza di magnesio” da cui la proposta di un integratore. La cosa che il soggetto non deve assolutamente fare è partire dai sintomi e “dare per certa” la carenza di questo o quell’oligoelemento. Solo con un esame del sangue è possibile rivelare la carenza di un oligoelemento.
Le controindicazioni del fai da te in base a generici sintomi possono essere molto gravi: assumere ferro senza averne bisogno può danneggiare il fegato (emocromatosi); curiosamente un eccesso di magnesio provoca sintomi del tutto simili a quelli della carenza; un eccesso di calcio provoca disturbi che possono arrivare anche a gravi alterazioni dello stato psichico del soggetto.
L’oligoterapia utilizza anche minerali che non sono veri e propri micronutrienti; per esempio l’oro che non è contenuto nei cibi: con l’argento e il rame, l’oro è uno dei più comuni oligoelementi prescritti dai medici per trattare la stanchezza, l’ipertensione, la psoriasi, l’artrite o la malattia di Raynaud. Il cobalto viene prescritto dagli oligoterapeuti a chi soffre di emicrania, il rame per stimolare il sistema immunitario, il fluoro per i denti, il cromo per ridurre la glicemia, il selenio come antinvecchiamento, lo iodio per prevenire patologie tiroidee.
Si deve notare che per gli oligoelementi maggiori la fascia di tolleranza dell’organismo è ampia mentre per quelli minori (come per esempio il selenio) è molto più stretta: ciò vuol dire che un errore nella dose assunta fa passare da una condizione positiva a una negativa. Per esempio, nel caso del selenio un’integrazione con 100 microgrammi al giorno può essere indicata in caso di carenza, ma con 400 microgrammi si apre la strada all’intossicazione (selenosi).