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Come affrontare i mesi invernali in epoca Covid

12 gennaio 2021 di Roberto Albanesi

Con il clima più freddo e le giornate più brevi, le restrizioni COVID sembrano molto più deprimenti durante l’inverno.

La ricercatrice (Stanford) Kari Leibowitz ci espone i suoi consigli su come affrontare i prossimi mesi prendendo ispirazione dai norvegesi. La ricerca mostra l’impatto della mentalità sul benessere.

Le persone che vivono nel nord della Norvegia sopportano lunghe notti polari, quando il sole non sorge per due mesi.

Mentre le persone si preparano per un lungo e freddo inverno, giornate brevi e lockdown COVID e ordini/raccomandazioni di “stare a casa”, potrebbero trovare ispirazione dai norvegesi su come gestire i prossimi mesi.

Leibowitz ha studiato come i norvegesi affrontano l’inverno e le “notti polari”, il periodo che inizia il 21 novembre quando in Norvegia il sole tramonta e non sorge più per altri due mesi. Ha trascorso un anno presso l’Università di Tromsø, situata a 200 miglia a nord del Circolo Polare Artico, per capire meglio come le persone sopravvivono – e in realtà, prosperano – in condizioni così estreme e insolite. Ha scoperto che le persone con una “mentalità invernale” positiva – che comprende i loro pensieri, convinzioni e atteggiamenti verso la stagione – è positivamente associata al loro benessere, inclusa la soddisfazione della vita e la crescita personale.

I dati del sondaggio di Leibowitz su 238 norvegesi sono stati recentemente pubblicati sull’International Journal of Wellbeing.

Cosa ha imparato Leibowitz? Fra le altre cose:

  1. Com’è delizioso il brunost – uno speciale formaggio marrone leggermente caramellato che spesso mangiano sui waffle.
  2. Quanto sono buoni gli hot dog alla carne di renna.
  3. Come vestirsi in modo appropriato per il clima invernale: gli strati base in lana sono fondamentali!
  4. Come cercare i mirtilli.
  5. I norvegesi amano l’inverno!

Questo è stato davvero sorprendente per la ricercatrice, cresciuta a Jersey Shore odiando l’inverno. Inizialmente ha cercato di capire come sono “sopravvissuti” durante l’inverno. Ma le persone in Norvegia non lo vedevano tanto come qualcosa per sopravvivere, lo vedevano come un’opportunità per molte cose che amavano: attività all’aperto come lo sci di fondo, ma anche momenti speciali e accoglienti al chiuso. Invece di considerare la notte polare come un periodo di oscurità, in realtà Leibowitz ha imparato che è un momento di luce incredibile: luce blu per poche ore al giorno, colori del tramonto davvero belli mentre il sole scorre sotto l’orizzonte e, naturalmente, l’incredibile paesaggio. Le persone le hanno davvero dimostrato che è possibile amare l’inverno, e lì ha imparato anche lei ad amare l’inverno.

“Nella nostra indagine trasversale e correlazionale sui norvegesi a tre diverse latitudini – Oslo, Tromsø e Svalbard – condotta alla fine di gennaio, abbiamo scoperto che una mentalità invernale positiva era associata a ogni metrica di benessere che abbiamo esaminato, comprese vita soddisfacente, emozioni positive, crescita psicologica e personale. In altre parole, le persone in Norvegia che avevano una mentalità invernale più positiva tendevano anche a essere complessivamente più felici.”

Inverno

La Norvegia è un Paese scandinavo che comprende montagne, ghiacciai e profondi fiordi lungo la costa

In che modo questa mentalità potrebbe aiutare le persone mentre stanno in casa durante la pandemia?

“Potrebbe essere particolarmente facile amare l’inverno a Tromsø: è magico, circondato da montagne innevate e fiordi. Ma penso che le persone a Tromsø abbiano strategie per rendere l’inverno meraviglioso che le persone possono usare ovunque si trovino. Le persone a Tromsø vedono l’inverno come pieno di opportunità, mentre negli Stati Uniti tendiamo a concentrarci solo sui modi in cui l’inverno ci limita e sulle cose che non possiamo fare. Ovviamente, quando siamo costretti in casa, c’è molto che non possiamo fare ed è facile concentrarsi su questo. E non sto suggerendo che le persone neghino questa realtà o ignorino tutte le sofferenze, le perdite e le cose che ci mancano quest’anno. Ma dato che siamo tutti bloccati in una situazione in cui nessuno vuole trovarsi, come possiamo concentrarci su:

  1. quali opportunità potrebbero essere presenti?
  2. le cose che ci piacciono della stagione invernale, per portarci un po’ di conforto?

Per Leibowitz questo è il primo anno in cui non tornerà a casa per stare con la sua famiglia nel New Jersey per le vacanze, ed è davvero triste di non farlo. Ma sta cercando di concentrarsi invece sul fatto che ciò significa che, invece di volare attraverso il Paese e correre in giro per vedere tutti i suoi familiari, quest’anno potrà effettivamente avere una vacanza davvero riposante e concentrarsi sull’esprimere il suo amore per la sua famiglia usando la posta e la connessione Internet (usando strumenti come Zoom). Quindi queste sono alcune delle opportunità che cercherà di sfruttare quest’anno.

Un’altra parte importante di questa mentalità è uscire: i norvegesi amano essere attivi in ​​inverno e dicono anche: “non esiste il brutto tempo, solo vestiti scadenti”. Dato che siamo tutti bloccati a casa in questo momento, dare la priorità a spostarsi e trascorrere del tempo all’aperto anche in condizioni di “brutto” tempo sarà davvero importante per mantenere alto il morale e l’umore delle persone quest’inverno.

C’è qualcosa che vorresti aggiungere su come la tua ricerca si applica a questi tempi attuali? Fra l’altro, Leibowitz risponde:

… “personalmente penserò a questo inverno come a una sorta di ibernazione, un tempo dedicato alla quiete, al riposo e alla riflessione, e quel tipo di pausa consapevole può aiutarci a uscire dall’altra parte della pandemia con un senso più chiaro di ciò che è importante per noi e come vogliamo vivere le nostre vite.”

Il commento

Questa è una traduzione del testo comparso su Stanford News a firma di Melissa De Witte (il testo in inglese lo trovate qui).

Concetti analoghi mi sono stati espressi da persone che sono state spesso in Svezia. Non a caso Norvegia e Svezia figurano sempre nella top 10 dei Paesi più felici al mondo (Felicità: i numeri).

La semplicità è un concetto fondamentale per essere felici; la strategia del carcerato o del servito sono perdenti e in Italia rendono almeno l’80% della popolazione perdente perché di fatto sopravvive. Chi sente che il lockdown ha penalizzato grandemente la propria vita (non posso andare in vacanza, non posso andare al ristorante, non posso uscire di sera e tirare tardi ecc.) non avrà mai una vita da leggenda.

La semplicità non basta, occorrono gli oggetti d’amore. Quello che sfugge a molti che leggono il pezzo è che i norvegesi amano la natura, la loro terra. Leibowitz evidenzia come il comportamento dei norvegesi non significhi “guardare le cose in maniera positiva per essere felici”, ma amare ciò che si ha intorno e amare non è “guardare le cose positivamente”. Se sei di fronte a un paesaggio stupendo e ti limiti a dire “come è bello!”, ma poi pensi ai soldi, alla carriera ecc. sei spacciato, non lo stai amando.

Anche alla Leibowitz però sfuggono alcune cose. Si noti come anche la ricercatrice non si sia liberata del tutto dei suoi condizionamenti quando dice che non rivedere i suoi familiari a Natale è “davvero triste”. Probabilmente non ha maturato il distacco; la domanda: se è “davvero triste” perché se ne è andata? Può essere davvero triste non fare una cosa che fai una volta all’anno?

Ci si potrebbe chiedere: “ma come si fa ad accontentarsi di quello che si ha?”. Il problema non è questo, ma chiedersi “se si ama veramente quello che si ha”. Provate a leggere “Il figlio arrivato… ma dove?“.

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