In un’intervista rilasciata pochi giorni fa all’ANSA, Serghei Zimov, uno dei più noti esperti di permafrost e condirettore della stazione di ricerca nord-orientale della Jacuzia, ha lanciato un preoccupato grido d’allarme sull’accelerazione dello scioglimento del permafrost.
Zimov ha infatti dichiarato: “La situazione è critica, abbiamo passato la soglia di stabilità: negli ultimi due anni infatti il permafrost ha iniziato a sciogliersi ovunque nella nostra regione. Se il trend continua di questo passo nei prossimi 10 anni il permafrost rischia di sparire del tutto“.
Se Zimov avesse ragione, il dato sarebbe particolarmente preoccupante dal momento che, come ha spiegato lo scienziato russo, fino a questo momento si prevedeva che lo scioglimento del permafrost si sarebbe verificato fra un secolo; purtroppo i primi segni sono già visibili.
Ricordiamo che il permafrost (termine composto da permanent, permanente, e frost, ghiacciato e coniato nel 1943 da S. W. Muller), è uno strato di terreno perennemente gelato; è tipico di molte zone del Nordeuropa, della Siberia e dell’America del Nord, ma si trova anche in molte zone di alta montagna.
Zimov è noto, come spiega ANSA, anche per essere il fondatore del Parco del Pleistocene (in Jacuzia), grande riserva naturale ove si tenta di ricreare, introducendo grandi erbivori nella regione artica, l’ecosistema della steppa dei mammut; l’intento è quello di rallentare, per quanto possibile, i cambiamenti del clima.
Zimov, parlando con in corrispondenti dell’Agenzia Nazionale Stampa Associata, ha spiegato di essere particolarmente preoccupato per la situazione della Jacuzia il cui permafrost è ricco non soltanto di anidride carbonica, ma anche di metano, gas serra che risulta essere circa 25 volte più potente della CO2. Secondo Zimov, l’esperimento del Parco del Pleistocene, dimostra che la geo-ingegneria è una strada particolarmente interessante per rallentare lo scioglimento dei ghiacciai e per la riduzione dei livelli di gas serra in atmosfera.
Lo scioglimento del permafrost in Jacuzia non è purtroppo un caso isolato; già qualche mese fa, Louise Farquharson, del Permafrost Laboratory della University of Alaska Fairbanks, aveva condotto una ricerca che aveva evidenziato come anche nell’Artico Canadese il permafrost si stesse sciogliendo molto più velocemente di quanto previsto in passato: “Ci siamo stupiti che questo sistema rispondesse così velocemente alle maggiori temperature dell’aria”. Il professor Vladimir Romanovsky, collega della Farquharson ha dichiarato: “Quello che abbiamo visto era incredibile. È un’indicazione che il clima ora è più caldo che in qualsiasi altro momento degli ultimi 5.000 anni o più”.
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