La raccolta differenziata, risparmiare acqua quando ci si lava o si cucina, spegnere le luci non necessarie ecc. sono tutti comportamenti virtuosi che chi ha cura dell’ambiente ben conosce. Attualmente si sta ponendo l’accento anche sull’uso della plastica, uno dei problemi più gravi che il mondo deve affrontare per evitare una catastrofe ecologica.
Nonostante queste attenzioni, a molti sfugge il fatto che questi comportamenti derivano da una propensione ad accumulare cose del tutto inutili, che poi generano rifiuti (non solo di plastica), sprecano energia elettrica e inquinano a causa del loro trasporto con mezzi occasionali.
Mediamente, per anno ognuno di noi accumula circa un metro cubo di cose inutili. Queste le cause più ricorrenti.
Il doppione – Nel timore di non avere a disposizione la risorsa, la si duplica senza attendere il guasto o la perdita. Il problema è analogo a quello di chi ha una seconda casa e non la usa mai. Un delitto ecologico.
Il falso bisogno – “Potrebbe servire” è la locuzione magica che porta a riempire la propria casa di cose inutili solo perché in un futuro più o meno remoto potrebbero servire.
Oggetti “superati” – È il caso di libri non più consultati (si pensi per esempio a una versione della mitica enciclopedia Treccani risalente magari a 20 anni fa), di riviste datate ecc.
Il collezionismo – Quante sono le collezioni che poi sono finite nella spazzatura perché l’interesse era solo una moda del momento?
I falsi ricordi – Si stipano nei cassetti o in soffitta ricordi di viaggi, di momenti anche belli o piacevoli, semplici acquisti fatti per dare un senso a una giornata passata in vacanza.
I regali – Ricevuti o fatti solo “perché si deve”, tanti oggetti che si tengono perché l’amico che ce li ha regalati potrebbe venirci a trovare, non trovando mai il coraggio di fare chiarezza e dirgli chiaramente che abbiamo decine di cravatte, di soprammobili, di borse ecc. Non a caso, ecologicamente parlando, si sta diffondendo l’usanza di regalarsi solo alimentari (che ovviamente non andranno a intasare la casa).
La moda del momento – Si comprano nuovi oggetti, ma spesso non si buttano i vecchi (peraltro riciclare oggetti ancora funzionanti solo per essere alla moda non è proprio un comportamento “verde”).
Il consumismo porta poi ad accumulare tanti oggetti a volte solo per la sindrome del compratore, per lo shopping compulsivo. Se questo comportamento si associa alla disposofobia (la tendenza ad accumulare tutto, con l’incapacità di buttare ciò che si possiede; in circa il 2-4% della popolazione tale comportamento è “patologico”) si arriva a una quantità di oggetti inutili che sono rifiuti potenziali.
Che fare in questi casi di accumulo selvaggio? Serve un’operazione di decluttering (clutter in inglese significa “accumulare cose ingombranti”, un’operazione che dovrebbe essere banale, ma sulla quale sono stati scritti anche libri (come Space clearing di L. Larese) perché molte persone non sanno separarsi dall’inutile.
Il secondo passo è ovviamente non ricascare nel tunnel della fobia (la sindrome di accumulo si riduce al motto quasi cartesiano più tengo e più esisto)
- Interrogarsi veramente sull’utilità e sull’importanza di ogni cosa che si porta in casa.
- Decidere subito senza cadere nella tentazione “su questo deciderò dopo”.
- Imparate a fare regali che non portino altri ad accumulare cose inutili, doppioni ecc.
- Prima di collezionare questo o quello interrogatevi sulla reale passione per l’oggetto della collezione.