Per chi sa cosa vuol dire “infinocchiare la gente” e come i politici siano abili a farlo dovrebbe essere abbastanza chiaro che la strategia del prendere in giro il popolino con grandi paroloni e azioni appariscenti, ma in realtà ininfluenti, sta avendo un grande successo. Non mi riferisco solo a livello locale dove un accordicchio sull’immigrazione viene fatto passare come fatto storico tacendo che deve essere ancora ratificato dagli altri Paesi UE, è su base volontaria e riguarda solo il 10% dei migranti (quelli salvati dalle ONG che così vengono santificate nel loro sostegno, magari non voluto, ma reale, ai trafficanti): come dire arrivano 100.000 migranti, se ne ridistribuiscono (forse e non sia sa con quali tempi) solo 10.000. Risultato storico. Ma c’è di peggio e cioè la truffa del 2050 sul clima.
In qualunque ospedale quando il paziente è molto grave s’interviene subito, non si dice ai parenti “vabbè, fra tre giorni lo operiamo”. Sul clima tutti si danno da fare “affinché nel 2050 sia risolto il problema”; così si fanno summit e si invita all’ONU il testimonial involontario, ma efficace, di questa messa in scena, la povera Greta che è sempre più arrabbiata con un percorso che porterà sicuramente molti giovani alla violenza ambientalista secondo il banale percorso “Come vi permettete? Come osate?” Ci avete rubato i sogni…” e, siccome non fate niente, noi passiamo all’azione.
I governi parlano di svolta verde e annunciano miliardi a favore della risoluzione del problema, tanto il più delle persone i numeri non sa gestirli: la Germania nei prossimi 4 anni si dichiara pronta a stanziare 54 miliardi (mobilità sostenibile, edilizia, riscaldamento, con aumento di prezzi, nuovi investimenti, deduzioni e agevolazioni fiscali, divieti, sussidi per promuovere in particolare auto e veicoli elettrici): sono meno di 200 euro l’anno per cittadino, molti dei quali recuperati con divieti e tasse (ricordiamoci che per avere deduzioni e agevolazioni occorre comunque spendere!). Insomma, la regola appare chiara: parlare, parlare, ma agire lentamente per non perdere i voti di tutti coloro che, con buona pace di Greta, dell’ambiente se ne infischiano.
Da ambientalista, prima di affossare moralmente coloro se ne fregano, occorre ammettere che tutti i torti non li hanno perché è proprio l’inerzia dei governi che dimostra che la situazione non è così disastrosa in un’ottica “economica”; la rabbia di Greta (avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre parole vuote… Le persone stanno soffrendo, stanno morendo. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di un’estinzione di massa) a un esame oggettivo sembra un’esagerazione e lo è. Per questo non si otterranno risultati tangibili.
Cosa accadrà nel 2050 quando s’invertirà la rotta?
- Ci saremo giocati metà dell’Amazzonia.
- Ci saremo giocati metà dei ghiacciai attuali.
- I mari saranno saliti di qualche decina di centimetri.
- Il riscaldamento si sarà attestato a 4-5 gradi il valore attuale e in Pianura Padana magari si coltiveranno avocado invece che grano.
- Aree forestali si saranno trasformate in savane e steppe.
- Decine di specie animali si saranno estinte, ma altre si saranno adattate benissimo alla nuova situazione.
In questo scenario verrà annunciato che s’invertirà la rotta, non certo grazie a rudimentali soluzioni attuali, ma per esempio grazie alla fusione (da non confondere con la fissione) nucleare che garantirà energia pulita. In questo scenario i più ricchi saranno diventati sempre più ricchi (avranno fatto affari d’oro con il verde) e i poveri sempre più poveri, ma comunque sopra la soglia di sopravvivenza (e questa è la “buona” notizia).
Per chi ha più di 30 anni questa situazione potrà andare bene, magari anche molto bene, tanto che gliene frega se sono sparite le foreste del Miombo nell’Africa meridionale o se le tigri delle Sundarbans sono scomparse? E che gliene frega a molti di coloro che hanno meno di 30 anni se la loro massima aspirazione nella vita è ascoltare Sfera Ebbasta?